Foto G7 stereotipata, ma in Italia è boom di mafia-gadget

12 aprile 2017

Non ha tardato a sollevare polemiche la foto dell’App con cui gli organizzatori del G7 invitavano i giornalisti stranieri ad accreditarsi all’evento in programma il prossimo 26 e 27 maggio a Taormina. L’immagine, un ragazzo con la coppola e le bretelle intento ad osservare con sguardo ammiccante una ragazza maliziosa, è stata quindi rimossa. Troppo stereotipata quella posa e quei personaggi, colpevoli di rimandare ad un immaginario ormai distante, nel tempo e nella mentalità, dalla Sicilia di oggi. Ancor più se si pensa che il G7 si terrà a Taormina proprio per infrangere definitivamente lo stereotipo Sicilia-mafia .

Eppure non tutti i siciliani la pensano così. Associare infatti berretto e bretelle alla mafia rappresenta un modo malizioso per guardare le cose, privando la Sicilia di un vero e proprio simbolo: la coppola appunto. Una polemica però i cui echi si sono avvertiti più al di fuori della regione, dove ben altre abitudini rischiano di perpetuare il binomio Sicilia-mafia. Tra tutte, la vendita nei negozi di souvenir, di centinaia di gadget che rimandano alla mafia e al Padrino: T-shirt, grembiuli da cucina con la faccia di don Vito Corleone, tazze a forma di pistola e libri che spiegano la mafia ai turisti fanno bella mostra ad ogni bottega e bancarella a pochi passi dai tesori paesaggistici e culturali dell’isola, sollevando non pochi dubbi sull’opportunità della loro vendita.

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