Francia, fuori da governo due ministri indagati. Si lavora a un rimpasto ampio

20 giugno 2017

Doveva essere solo “tecnico” con qualche aggiustamento a margine e l’ingresso di un paio di sottosegretari. Ma l’uscita di scena di due pesi massimi del governo minacciati dalle inchieste in corso, Richard Ferrand e Sylvie Goulard, promette un rimpasto di tutt’altra ampiezza nel nuovo governo francese, due giorni dopo le elezioni che hanno dato alla coalizione guidata dal presidente Emmanuel Macron la maggioranza assoluta dei seggi dell’Assemblée Nationale. La ministra della Difesa che ancora ieri visitava senza lasciar trapelare nulla il Salone aeronautico di Le Bourget accanto al capo dello Stato ha preso tutti alla sprovvista annunciando oggi la decisione di “non far più parte del governo”. La ministra, che fa parte del MoDem, la formazione centrista alleata de la Republique en Marche di Macron, è entrata in un’inchiesta preliminare sui presunti impieghi fittizi degli assistenti all’europarlamento del partito. “Spero di essere in grado di dimostrare liberamente la mia buona fede tutto il lavoro fatto”, ha detto Goulard.

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Non sembra invece a rischio per ora la poltrona dell’attuale ministro della Giustizia, Francois Bayrou, che in quanto leader del MoDem è rimasto anche lui coinvolto in questa inchiesta. Bayrou, che ha già presentato le grandi linee di una riforma etica della politica, ha assicurato la settimana scorsa che non “sono mai esistiti” impieghi fittizi nel suo partito. Per la stessa ragione qualche dubbio è lecito in questo rimpasto anche sulla sorte di Marielle de Sarnez, ministra degli Affari europei, anche lei esponente del Modem. Il Primo ministro Edouard Philippe, in alcune anticipazioni sul nuovo governo a cui sta mettendo le mani in queste ore, ha detto che “Bayrou ha la vocazione a restare” nella sua squadra. “Con lui non ci sono problemi, malgrado l’inchiesta in corso”, ha aggiunto. No comment invece sulla Sarnez. Già ieri invece era arrivata la notizia che il ministro della Coesione territoriale, Richard Ferrand, che rischia di finire sotto inchiesta per conflitto di interessi, lasciava il governo per ricoprire la carica di capogruppo parlamentare della Republique en Marche, il partito del presidente Emmanuel Macron.

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Sarebbe stato lo stesso Macron ha fare un pressing discreto, ma deciso perchè Ferrand si facesse da parte. La procura di Brest ha aperto un fascicolo d’indagine sull’affitto di favore pagato dalla società assicurativa presieduta da Ferrand per i locali di un ambulatorio di proprietà della compagna. Philippe, che ieri ha dato le dimissioni per ricevere immediatamente il reincarico, annuncerà la nuova compagine governativa entro domani. Oggi l’ex sindaco di Le Havre ha lasciato filtrare qualche anticipazione sulla formazione di questo suo secondo governo. Philippe ha detto che “non è impossibile” che comprenda nuovi membri dei Républicains (Lr), il partito di destra da cui egli stesso proviene e che oggi è apparentemente all’opposizione. Ed è “possibile” che la squadra di governo si arricchisca di nuovi sottosegretari “ma non troppi”, ha precisato. Bocche cucite invece all’Eliseo che si “è rifiutato di fare commenti sul nuovo governo”, sottolineando solo che intercorrerrano un massimo di “48 ore fra le dimissioni del precedente e la formazione del nuovo” che sarà resa nota entro le 18 di domani. Il tempo necessario, ha sottolineato, per “attivare di nuovo come è stato fatto per il precedente esecutivo il dispositivo” di verifica della situazione fiscale e patrimoniale dei nuovi ministri e sottosegretari.

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