Francia, duello televisivo tra Macron e Le Pen. Obiettivo: attrarre gli astensionisti

3 maggio 2017

E’ la giornata del duello televisivo tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen: i due candidati all’Eliseo che domenica si affronteranno nelle urne, saranno stasera in diretta televisiva su TF1 et France 2 per un dibattito televisivo che si annuncia duro, giocato senza remore sui toni personali e forse decisivo, secondo vari analisti, per l’esito del ballottaggio. Il 39enne Macron, ex banchiere di Rothschild, ex ministro dell’Economia, candidato del movimento En Marche! e la 48enne leader del Front National si fronteggeranno sui temi che più li dividono, dall’Europa, all’immigrazione, all’economia, all’identità francese. Negli ultimi giorni i due si sono dati battaglia a distanza, con attacchi reciproci sempre più duri, mentre i sondaggi danno Le Pen sempre in netto svantaggio, ma con una forbice che va restringendosi e che le promette al momento il 41% dei voti contro il 59% per Macron. Il dibattito odierno potrebbe imprimere nuovo slancio a questa dinamica, oppure al contrario, invertirla. La vera posta in gioco è l’opinione del partito, in crescita, degli astensionisti, grande minaccia per Macron e grande speranza per Le Pen. Secondo un sondaggio che turba i sonni di Macron, circa un elettore su quattro (tra il 22 e il 28%) è tentato di non recarsi ai seggi domenica, perchè considera i due candidati troppo lontani dalle proprie aspettative. In particolare, con una consultazione online oltre 240mila elettori del candidato della sinistra Jean-Luc Melenchon si sono espressi per due terzi per l’astensione o la scheda bianca, quindi niente “voto utile” e addio al “Fronte repubblicano” per sbarrare la strada all’estrema destra.

Sono dati che potrebbero decidere molto, se non tutto, al secondo turno, un dilemma riassunto nello slogan di molte proteste che hanno punteggiato il primo maggio francese: come scegliere “tra peste e colera”. “Il nostro obiettivo è evitare di farci coinvolgere in una macchina del fango”, ha detto all’agenzia Afp uno stretto collaboratore di Macron, in condizioni di anonimato, in vista dell due ore e 20 minuti di battaglia televisiva. Già il fatto che i due si affronteranno davanti alle telecamere mostra quanto il panorama politico francese sia cambiato negli ultimi 15 anni. Quando nel 2002 il padre di Marine, Jean-Marie Le Pen, si qualificò per il ballottaggio, il candidato conservatore poi eletto, Jacques Chirac, rifiutò il confronto televisivo, dichiarando che non voleva fare niente che potesse “normalizzare l’odio e l’intolleranza”. Oggi un ‘no’ di Macron sarebbe impensabile e la leader dell’estrema destra francese, armata del suo 21,3% di preferenze raccolte al primo turno del 23 aprile, si è da una parte curata di ammorbidire l’immagine del Front National, ma soprattutto ha puntato sul tiro al bersaglio contro Macron, dipinto come il candidato dell’establishment, come il paladino della globalizzazione che sottrae posti di lavoro ai francesi, come l’erede di un Francois Hollande precipitato a un livello di impopolarità tale da convincerlo a non ripresentarsi.

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“Se si trova in difficoltà, può sempre chiamare Hollande, che venga a tenergli la manina. NOn mi lamenterò”, ha scritto, sprezzante, la leader del Front National su Twitter ieri. Macron, che dovrà quindi guardarsi bene dal fare errori, ha segnalato l’intenzione di andare all’attacco a sua volta e sfidare Le Pen su quelle che definisce “pericolose” idee, proposte come soluzioni alla crisi economica e sociale in cui versa il Paese. La questione dell’euro, che vede la candidata di estrema destra flirtare sulla possibile uscita della Francia dallo spazio della moneta comune europea, potrebbe essere arma di grande utilità nelle mani del leader di En Marche!, dato che molti elettori non vedono di buon occhio l’idea di un ritiro dall’eurozona. Nel fine settimana, la nipote di Le Pen, Marion Marechal-Le Pen, ha cercato di ammorbidire i toni sull’euro, dicendo che in ogni caso i negoziati per una eventuale rinuncia francese, durerebbero anni. Ma zia Marine ieri sera ha rimesso i puntini sulle ‘i’, promettendo di mantenere le sue promesse di reintroduzione del franco se così indicherà l’esito di un referendum che lei convocherebbe in caso di vittoria domenica.

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