Presidenziali e groviglio legislative. Nodo maggioranza

Presidenziali e groviglio legislative. Nodo maggioranza
24 aprile 2017

L’inedito risultato del primo turno delle presidenziali francesi – con l’esclusione dei candidati espressione delle due grandi famiglie politiche socialista e neogollista che hanno dominato la scena politica francese degli ultimi 40 anni – apre uno scenario anch’esso inedito nei rapporti tra le due istituzioni regine della Repubblica semipresidenziale disegnata nel 1958, Presidenza e Assemblea Nazionale, che potrebbe aprire spazi e ruoli nuovi anche per il futuro premier. Dopo il ballottaggio del 7 maggio, che deciderà chi fra Emmanuel Macron e Marine Le Pen andrà all’Eliseo, altrettanto fondamentale sarà l’appuntamento delle legislative l’11 e il 18 giugno, data la probabile assenza di una maggioranza nella futura Assemblea Nazionale che corrisponda alla linea politica della Presidenza. Nelle precedenti legislature l’Assemblea solitamente rispecchiava la stessa maggioranza presidenziale, a parte alcune eccezioni che hanno dato vita a periodi di cosiddetta coabitazione (sia con presidenti socialisti e premier neogollisti che al contrario). Il sistema elettorale maggioritario a due turni ha da sempre favorito i partiti principali, escludendo i partiti minori dal parlamento, a meno che non si alleassero con i maggiori.

L’estrema destra del Front National, che ha sempre corso da sola e che, alle elezioni del 2012, era presente in 61 collegi elettorali nel secondo turno, è riuscita a far entrare solo due eletti nell’ultimo parlamento. A due mesi dal voto dell’11 e 18 giugno lo scenario vede invece quattro/cinque forze politiche – sinsitra radicale, socialisti, repubblicani, centristi di En Marche e Front National – che si contenderanno i voti e quindi arrivare a una maggioranza sarà un rompicapo con il rischio di avere le istituzioni della V Repubblica con il funzionamento della IV Repubblica. Convinto che nessuno presidente potrà disporre di una maggioranza “solo con il suo partito”, Macron ha da subito difeso idea di “una coalizione di maggioranza per governare” e ieri sera, parlando subito dopo la vittoria al primo turno, ha immediatamente lanciato un appello al “rassemblemment”. Per questa ragione i candidati di En Marche! alle legislative saranno scelti solo dopo le presidenziali, per lasciare spazio ad eventuali partner. Macron ha promesso almeno “la metà di nuovi volti” per il parlamento, scelti tra gli oltre “13.000 curricula”, l’altra metà scelti tra “sinistra, centro e destra.” La partecipazione sarà un altro fattore chiave del voto alle legislative, poiché serve almeno il 12,5% degli elettori registrati per andare al secondo turno. Qualunque sarà il suo colore, la composizione della nuova Assemblea sarà in ogni caso molto diversa: quasi 150 parlamentari hanno già annunciato che getteranno la spugna, di cui 84 socialisti e 45 Republicains.

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