Francia, Tav e tenuta economica: i nodi che inquietano il Quirinale

Francia, Tav e tenuta economica: i nodi che inquietano il Quirinale
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
10 febbraio 2019

Tensioni con la Francia, crisi venezuelana, Alta velocità, migranti e una finanziaria che parla di tutto meno che di crescita. Fulmini gialloverdi che rendono sempre più inquieto il presidente della Repubblica. E dire, che Sergio Mattarella, non è certo uno sprovveduto. Tutt’altro, essendo oggi tra quei politici della vecchia guardia in azione e che si possono contare sulle dita di una mano. E, nonostante ciò, il suo delicato ruolo continua a fare a pugni con la schizofrenica politica di un governo, quello gialloverde, che lo voleva mettere in stato d’accusa ancor prima di insediarsi. Fulmini e macigni che continuano ad abbattersi sul Colle, come quelli della recessione e dello spettro del declassamento del nostro debito pubblico a livello “spazzatura”, con il conseguente rischio della crisi bancaria.

Insomma, quello che sta accadendo oggi all’Italia non è certamente ciò che auspicava Mattarella quando ha insediato il governo Conte. Si può dire, anzi, che è proprio quello che non voleva e che ha cercato in tutti i modi di evitare. Ma così non è andata. E dal Colle o da un pulpito internazionale, Mattarella è costretto, ogni volta il caso lo richieda, a strigliare l’esecutino per evitare che la nave vada a infrangersi. L’ultimo squillo di tromba arriva in pieno scontro tra Francia e Italia. “Va ristabilito immediatamente un clima di fiducia con i Paesi amici e alleati”, scandiscono dal Quirinale. Come dire, lo strappo con Parigi dev’essere ricucito. Di più: “I consolidati e preziosi rapporti di amicizia e collaborazione con la Francia vanno difesi e preservati”. Ma nel mirino del Colle, c’è soprattutto il premier, Giuseppe Conte, attendista oramai consolidato, essendo sempre più intrappolato tra i desiderata di Lega e M5s. Meno male, per Mattarella, che c’è il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, con il quale lo stesso capo dello Stato ha stabilito un rapporto di fiducia assai stretto, dato che la politica estera (e non solo) del governo gialloverde naviga a vista.

A mettere in fibrillazione il Colle, non solo scontro Italia-Francia, ma anche crisi venezuelana per la quale, ancora una volta, Mattarella ha dovuto prendere il timone nelle mani, appellandosi al “senso di responsabilità e chiarezza”, una “linea condivisa con tutti gli alleati e i partner europei”. “Non ci può essere incertezza né esitazione nella scelta tra la volontà popolare e la richiesta di autentica democrazia da un lato, e dall’altro la violenza della forza”, ha scandito il capo dello Stato. E’ più che noto che l’idea dell’Italia di Mattarella stride con il populismo di governo. Cosa più volte evidenziata dallo stesso capo dello Stato, come recentemente, nel corso del suo quarto discorso di Capodanno. “Il modello di vita non può essere quello degli ultras violenti degli stadi di calcio, estremisti travestiti da tifosi – aveva detto lo scorso fine anno a reti unificate -. Alimentano focolai di odio settario, di discriminazione, di teppismo”.  Non a caso ieri, Mattarella è tornato a ribadire che “l’ideale europeo, e la sua realizzazione nell’Unione, è stato – ed è tuttora – per tutto il mondo, un faro del diritto, delle libertà, del dialogo, della pace.

Un modo di vivere e di concepire la democrazia – che va incoraggiato, rafforzato e protetto dalle numerose insidie contemporanee”. E c’è da scommettere che tra le “insidie contemporanee”, il Capo dello Stato avrà collocato anche i fulmini gialloverdi. Dopo aver subito in religioso silenzio tutte le vicende legate all’annosa questione dell’immigrazione (Diciotti, porti chiusi, attacchi internazionali…) Mattarella, nei giorni scorsi, anche sui migranti, ha scosso il governo in occasione dell’inaugurazione di un centro di accoglienza. “L’accoglienza e l’integrazione sono la risposta alla concretezza” delle storie raccontate dai rifugiati, ha puntellato Mattarella. “Questa concretezza di storie vissute – ha aggiunto – dà ragione del perché in questo centro si intende praticare accoglienza e integrazione” avendo “ben chiaro che al centro di ogni cosa vi è la dignità di ogni persona umana e la solidarietà fra tutte loro”. Come dire, il governo ascolti. E ascolti pure sulla realizzazione della Tav, altro fulmine gialloverde che crea tensioni non solo nella politica ma anche nel mondo industriale, preoccupato di questo blocco di cantieri in Italia. Anche in questo caso, da buon democristiano della prima ora, Mattarella ha voluto dare un segnale all’esecutivo gialloverde nel momento in cui ha scritto una lettera alle “madamin”, le donne promotrici della manifestazione ‘Sì Tav’, in cui esprimeva apprezzamento per lo “spirito civico” che ha animato l’iniziativa”.

 

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