Furbetti del cartellino, arrestati a Messina per assenteismo due medici del 118

13 febbraio 2017

Sono stati arrestati all’alba i due medici del Servizio del 118 di Letojanni che, “con metodi sistematici e consolidati nel tempo”, si assentavano dal posto di lavoro, simulando la loro presenza per interi turni di servizio notturno di 12 ore, provvedendo a sottoscrivere l’apposito registro. In realta’ durante i turni di servizio notturno, come accertato, erano a casa o in altri luoghi, ben lontani dalla sede di lavoro. L’accurata attivita’ di indagine condotta dai poliziotti coordinati dalla Procura di Messina, ha permesso di accertare una lunga catena di abusi a partire dal 2014 e fino all’agosto 2016, “che ha denotato – spiegano gli inquirenti – una personalita’ alquanto sfrontata e prepotente dei du indagati, che agivano con fare consolidato, quasi imposto a colleghi e subordinati”.

OLTRE 30MIAL EURO Il lavoro svolto dagli investigatori attraverso servizi di osservazione, con telecamere poste nella sede di lavoro, acquisizioni di copie dei registri di presenza dei sanitari, intercettazioni telefoniche e una minuziosa attivita’ di analisi dei tabulati delle utenze telefoniche ha permesso di smascherare quelal che veien definita “una sistematicita’ di spudorate assenze” dei due medici dal posto di lavoro in contrasto con le firme presenza apposte sui registri successivamente al turno di servizio. Ben 40 gli episodi contestati a un medico, 36 all’altro. In particolare i sanitari si mettevano nei turni, coprendosi a vicenda ed, alternandosi, non effettuavano del tutto la notte in cui restava in servizio uno solo, accordandosi, cosi’, dello “scarabocchio” da apporre sul registro delle presenza. Senza preoccuparsi di nascondere il loro comportamento, assumevano atteggiamenti di sfida nei confronti dei colleghi di lavoro e di chiunque provasse a contrastarli: “E’ la mia parola contro la sua…”. Disposto, altresi’, dal Gip a carico di ciascuno degli indagati il sequestro preventivo per equivalente di somme di denaro pari a oltre 16 mila euro per l’uno e quasi 15 mila euro per l’altro, quale danno arrecato alla pubblica amministrazione dai medici accusati di truffa aggravata e falsita’ ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.

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