A Genova giunta in alto mare, ma il sindaco non si dimette. Si tratta per evitare stangata Tari

A Genova giunta in alto mare, ma il sindaco non si dimette. Si tratta per evitare stangata Tari
8 febbraio 2017

Nessun passo indietro. Il sindaco di Genova Marco Doria, uno dei sindaci ‘arancioni’ italiani, non presenterà la propria candidatura alle prossime amministrative di maggio né intende dimettersi. Lo ha annunciato lo stesso Doria al termine della riunione di giunta convocata dopo la bocciatura della delibera di aggregazione societaria tra la partecipata Amiu e Iren Ambiente. “Non intendo sottrarmi all’impegno per costruire per Genova un credibile schieramento di centrosinistra aperto alla società civile”, ha detto il primo cittadino, sottolineando che “per una assunzione di responsabilità nei confronti della città”, è necessario “questo spirito ancora una volta di servizio, da parte di soggetti politici e della società civile e di quei consiglieri comunali che non intendono seguire logiche di contrapposizione politica ma vogliono lavorare sino all’ultimo sui diversi problemi della nostra comunità. Questa condivisione deve essere chiara ed esplicita e tale da giustificare l’opportunità per alcuni mesi di un’azione amministrativa rigorosa e non delegata a un commissario di governo”.

LA DELIBERA Dunque, niente dimissioni. Ma di certo a Genova giunta e sindaco sono in tilt. Lo stop del consiglio comunale ieri sera alla delibera sulla fusione fra Amiu e Iren Ambiente che avrebbe consentito la proroga del contratto di servizio e l’indispensabile dotazione di impianti, contenendo al minimo la tariffa a carico dei genovesi, ha creato non poche grane a Doria, aprendo la crisi nella maggioranza. Così in mattinata Doria aveva riunito la giunta per decidere il da farsi. La delibera, su cui puntava il sindaco, doveva garantire il futuro a Amiu e ai lavoratori con l’ingresso di un socio privato. Adesso c’è da capire come evitare l’aumentare vertigionoso della Tari, la tassa sulla spazzatura, che sarebbe conseguenza della bocciatura della fusione.

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AMIU “L’aggregazione con Iren era la strada individuata per realizzare l’impiantistica da cui non si può prescindere per far uscire la città e la regione dall’emergenza rifiuti. Tramontata questa ipotesi, l’alternativa è che gli impianti vengano realizzati da altri, soggetti esterni, in project financing”, ha detto il presidente di Amiu Marco Castagna, ricordando che “gli extracosti di questi anni per il conferimento fuori regione, che per scelta sono stati spalmati nel tempo, hanno creato una situazione problematica sulla liquidità di Amiu che però il Comune di Genova si è sempre impegnato a sostenere – ha detto Castagna che domani presiederà il cda di Amiu -. Il problema vero è la prospettiva. Bocciando l’aggregazione si è bocciata anche una strada che ci poteva portare alla proroga del contratto di sevizio che scade tra tre anni. Tra tre anni si va a gara e quando si va a gara può succedere di tutto”.  “In questo momento – ha detto ancora Castagna – parlare di assunzione a tempo indeterminato dei 31 precari Amiu è prematuro. Certo, è tutto prioritario, ma dobbiamo capire con le risorse che ci sono e che ci saranno quali investimenti riusciremo a fare. In questa fase non ci sono rischi per gli stipendi dei lavoratori Amiu, ma è chiaro che dovremo mettere in campo delle azioni”. Comunque sia “la bocciatura della delibera è stata una perdita di valore per la nostra società – ha concluso Castagna -. Avremmo avuto la proroga del contratto di servizio oltre il 2020, i nuovi impianti dentro la pancia di Amiu. Invece oggi non li abbiamo più”.

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ATTACCA FI “Nessuno in Comune a Genova provi a scaricare la responsabilita’ di quanto accaduto sull’operazione Iren-Amiu sul centrodestra – avverte via social il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, in un lungo post sulla sua pagina Facebook”. “Non vi e’ stato nessuno sgambetto ne’, come qualcuno vorrebbe far credere, una cinica speculazione politica. L’opposizione – attacca il leader forzista-, nelle sue varie anime, ha votato contro un piano tardivo, confuso, non risolutivo dei giganteschi problemi della citta’ e utile solo a creare ulteriore confusione del futuro. Prova ne sia il fatto che e’ stata la stessa maggioranza a rifiutare le soluzioni proposte dal sindaco”. “Ma vi sembra normale – aggiunge il governatore della Liguria – che un’amministrazione in carica da cinque anni si accorga del disastro dei rifiuti a Genova negli ultimi due mesi di mandato? Vi sembra normale che un piano, a cui dicono si lavora da anni, non preveda investimenti e progetti tali da garantire lo smaltimento dei rifiuti nel capoluogo di regione per i prossimi anni? Vi sembra normale che in dieci anni la Regione e la citta’ di Genova, entrambe a guida Pd, abbiano lasciato la Liguria all’anno zero per quanto riguarda la raccolta differenziata, come solennemente riportato dal rapporto della Commissione Parlamentare bicamerale sul ciclo dei rifiuti? In ultima analisi, vi sembra normale che una maggioranza accusi le opposizioni della propria incapacita’ di governare? La verita’ e’ che la maggioranza raccogliticcia che ha governato questa citta’ e “sostenuto” il sindaco Doria negli ultimi cinque anni e’ arrivata al capolinea, travolta da liti, personalismi, assenza di visione e di progetti da rivendicare di fronte ai cittadini”.

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