Migranti e consultazioni, Gentiloni compatta Med7

10 gennaio 2018

La riforma dell’Unione economica e monetaria, le consultazioni dei cittadini dell’Unione Europea e, naturalmente, la questione migranti. Sono i tre pilastri della dichiarazione finale del vertice Med 7 che si è svolto a Villa Madama a Roma, sotto la presidenza del governo italiano. In particolare, la dichiarazione finale si e’ soffermata sulla proposta delle consultazioni dei cittadini europei come strumento per garantire maggiore democrazia all’Unione e riavvicinare i cittadini alle istituzioni comunitarie. Una idea lanciata dal Presidente francese, Emanuel Macron, e fatta propria oggi dai partner dei Paesi del Sud. “Sosteniamo tutte le iniziative volte a promuovere la democrazia e la partecipazione dei cittadini, per questo accogliamo favorevolmente l’idea di consultazioni popolari in tutta Europa sulle priorita’ del futuro dell’Unione Europea, che possono essere organizzate dalla prossima primavera”, si legge nella dichiarazione finale: “Con lo stesso spirito, liste transnazionali di membri del Parlamento Europeo da eleggere a livello europeo potrebbero rafforzare la dimensione democratica dell’Unione”. L’obiettivo, ha sottolineato Macron durante le dichiarazioni alla stampa e’ arrivare a “una Europa piu’ democratica con l’esercizio delle consultazioni dei cittadini. Ho notato la consonanza di molti colleghi che rilevano che queste consultazioni debbano garantire un dibattito democratico, in modo che tutte le regioni possano partecipare. Dobbiamo ravvivare questo dibattito sull’Europa.

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E’ uno dei modi per questa ricostruzione europea di cui ha parlato Paolo Gentiloni”. A rimarcare la necessita’ di non “istituzionalizzare” le consultazioni e’ stato Joseph Muscat che ha sottolineato la necessita’ di renderle uno strumento per favorire la partecipazione alle decisioni dell’Ue di quella che il premier di Malta chiama “le periferie” dell’Europa. Declinando la proposta in questo modo, inoltre, si evitano i rischi di un referendum come quello della Brexit. “Vogliamo una Europa piu’ democratica e in cui la gente possa partecipare”, ha sottolineato il premier spagnolo, Mariano Rajoy: “Ci devono essere procedimenti che creino spazi di dibattito in cui cittadini ed esperti possano esprimersi”, ha aggiunto. Un formato, quello che riunisce i sette Paesi del Sud dell’Ue, inaugurato a settembre 2016 ad Atene e riproposto, fino ad oggi, con i summit di Lisbona e Madrid. Il presidente Gentiloni ha accolto gli omologhi di Grecia, Cipro, Malta, Francia, Spagna e Portogallo a Villa Madama nell’intento di compattare i Paesi Euro-Med in vista di un 2018 che, per l’Europa, si preannuncia assai delicato. Le elezioni del 4 marzo, infatti, sono solo una delle tante incognite che pesano sull’Unione, gia’ messa alla prova dalla lunga e fin qui infruttuosa ricerca di una maggioranza di governo a Berlino. A questo si aggiunge anche il processo dell’addio a Londra, con i tanti interrogativi ancora in sospeso, a cominciare dalla sostituzione dei parlamentari britannici a Strasburgo.

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Sul tema della riforma Unione monetaria c’e’ la forte convergenza del Med 7 di dotarla di meccanismi di stabilizzazione macroeconomica che possano reagire con prontezza alle crisi ed evitare cosi’ di cadere in recessione. “Combinare crescita economica e benessere sociale sara’ centrale. Ulteriori passi per completare l’Unione economica e monetaria sono necessari al fine di raggiungere una crescita piu’ sostenibile ed equilibrata, competitivita’, qualita’ dell’occupazione” e ugualmente “completare e rafforzare l’Unione Bancaria e’ una priorita’”, hanno messo nero su bianco i sette leader. “Vogliamo dare un contributo all’agenda economica dell’Unione”, ha sottolineato Gentiloni, “avremo a marzo e a giugno incontri importanti per ragionare sul nostro futuro. Lo facciamo consapevoli che i Paesi del Sud rappresentano il 47 per cento del budget dell’Unione Europea”. Non un peso da poco, ha fatto notare facendo riferimento alla necessita’ di prevedere “meccanismi di stabilizzazione nell’Uem, investimenti e crescita, introduzione di risorse proprie nel bilancio dell’Ue”. Ma il capitolo piu’ delicato per i Paesi del Med 7 – e per l’Italia innanzitutto – e’, ancora una volta, quello dei migranti. Assieme alla gestione dell’emergenza, infatti, incombe sull’Unione Europea la scadenza di giugno 2018 per la riforma dei trattati di Dublino.

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Le posizione in seno all’Euro Med appaiono omogenee ed e’ risultato molto utile in questo senso avere discussioni piu’ regolari e costanti. La speranza e’ di poter arrivare a Bruxelles con una posizione condivisa in modo da poter coagulare il consenso su alcuni punti qualificanti. Nella dichiarazione finale i leader si impegnano a una maggiore condivisione del peso della gestione dei flussi: “La gestione del flusso migratorio sara’ una sfida fondamentale per l’Unione Europea nei prossimi anni”, si legge nel documento, “i Paesi del Sud dell’Europa sono particolarmente interessati e coinvolti dal fenomeno dal momento che rappresentano la prima linea dei confini esterni dell’Unione. Il nostro ruolo fondamentale e il peso della protezione di questi confini deve essere condiviso”. Nel 2017, ha ricordato Gentiloni, “abbiamo ottenuto risultati incoraggianti”. Ma il presidente del Consiglio ha anche avvertito che “che questi risultati vanno continuamente consolidati, con una intesa non solo nella dimensione esterna ma anche nelle regole interne. I nostri sette Paesi hanno su questo posizioni convergenti”.  Il prossimo summit dei Paesi del Sud dell’Ue si terra’ a Cipro “al massimo entro marzo prossimo”, ha annunciato il presidente della Repubblica di Cipro, Nikos Anastasiadis.

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