Germania, debacle della Petry. Scontri tra manifestanti e polizia

Germania, debacle della Petry. Scontri tra manifestanti e polizia
22 aprile 2017

Il Congresso dell’Afd sarebbe dovuto essere l’occasione per superare le guerre intestine, trovare una strategia per sfondare alle elezioni del 24 settembre, far fronte all’ostilità proveniente da più fronti. Ma di certo per Frauke Petry è stata una sonora sconfitta. La leader dell’Alternativa per la Germania ((Alternative für Deutschland), praticamente e’ sembrata una sfinge nelle quattro ore in cui la sua strategia, il suo programma e anche il suo ruolo di leader sono stati sistematicamente smontati dal partito di cui in teoria e’ ancora la guida. La sconfitta incassata al primo giorno del congresso nazionale dell’Afd in corso a Colonia e’ completa: una schiacciante maggioranza dei 600 delegati si e’ rifiutata di mettere ai voti il suo documento programmatico, che doveva indurre la formazione nazional-populista ad una svolta “centrista”, da “partito popolare borghese”, arginando in qualche modo le spinte della destra piu’ rabbiosa. Che invece ha avuto la meglio: niente discussione “strategica”, come voleva Petry, nessun segno che metta limiti alle spinte piu’ smaccatamente populiste e alle sirene dell’estrema destra. Non solo: quasi certamente verra’ lanciato in prima fila un “trittico” di candidati capilista per la corsa al Bundestag che probabilmente sara’ composto dal suo antagonista Alexander Gauland, dalla stella in ascesa dell’Afd Alice Weidel e dalla pasionaria dell’ala destra Beatrix von Storch. “Il partito ha commesso un grave errore”, e’ stato il laconico commento di Frauke Petry, che pure aveva cercato una mediazione, affermando che il suo documento poteva essere corretto in alcune sue parti. D’altronde, la 41enne ex imprenditrice per ora non intende mollare: “Sono e resto la presidente dell’Afd”, ha detto a margine dei lavori congressuali, aggiungendo che per decidere “se questo sara’ ancora il mio partito” vedra’ come andranno i prossimi mesi di campagna elettorale.

Il voto federale e’ fissato per il 24 settembre. Bisogna vedere, pero’, se resistera’ sulla plancia di comando. Una cosa e’ stata chiara oggi: Frauke Petry non ha piu’ il partito alle sue spalle. Cosa che appariva lampante durante il discorso del co-presidente dell’Afd, Juergen Meuthen, il cui attacco frontale alla leader del partito e’ stato accolto da fragorosi applausi. “Questa discussione su una presunta ala ‘realista’ contro i ‘fondamentalisti’ rappresenta una visione ingannevole e non ci porta avanti nemmeno di un passo”, ha detto Meuthen riferendosi esattamente alla tesi di fondo di Frauke Petry. Al tempo stesso, l’esponente Afd ha ritirato fuori l’armamentario classico dell’ultra-destra tendenzialmente xenofoba, parlando della “patria tedesca”, ormai “invasa dai quantita’ immense di migranti”, con una Germania che finira’ per essere “marchiata dall’Islam”, se non “si agira’ al piu’ presto e con decisione”. Insomma, l’Afd restera’ quella che e’: un partito populista molto sensibile alle sirene dell’estrema destra, che non ci pensa proprio a diventare una formazione “borghese” capace di coalizzarsi con altri partiti, come vorrebbe colei che ne e’, ancora, la leader. Meuthen l’ha detto chiaramente: “Coin quei figuri non ci alleiamo di sicuro”, intendendo tutti gli altri partiti, nessuno escluso. L’unico punto che finora e’ riuscita a mettere a segno la “corrente” di Petry e’ che non e’ stato fermato il procedimento di espulsione del capogruppo Afd in Turingia, Bjorn Hoecke – vero e proprio “convitato di pietra” del congresso – le cui posizioni considerate ai limiti del neo-nazismo hanno provocate grande indignazione in Germania: tanto che e’ stato proprio l’albergo che sta ospitando il congresso, il Maritim, a vietargli l’accesso per questo congresso.

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Il problema per Petry e’ che Hoecke ha l’appoggio piu’ o meno esplicito sia di Gauland che von Storch nonche’ di una vasta parte della base. La 41enne prestata alla politica, che meno di due anni a sua volta spodesto’ dalla guida del partito il fondatore Bernd Lucke, ora e’ sola. Sul suo futuro alla guida di Alternative fuer Deutschland non scommette nessuno. Finora, in buona parte proprio a causa delle sue lacerazioni interne, l’Afd e’ progressivamente scivolata sempre piu’ in basso nei sondaggi, ormai stabilmente intorno all’8% dei consensi. La battaglia per entrare al Bundestag (bisogna superare lo sbarramento del 5%)non sara’ una passeggiata. Mentre dentro il Maritim infuriava la battaglia congressuale, nel centro di Colonia marciavano tra i 10mila e i 15 mila manifestanti “anti-Afd”, per cui molto meno dei 50 mila previsti. Finora gli scontri temuti dalla polizia, secondo cui stavano arrivando nella citta’ renana anche “alcune migliaia” di black bloc, non ci sono stati, anche se un portavoce delle forze dell’ordine parla ancora di “un’atmosfera aggressiva”. In vari punti alcuni manifestanti hanno cercato di forzare i posti di blocco della zona rossa, qualche gomma di automobile e’ stata incendiata, ma tutto sommato – afferma la polizia – la situazione e’ rimasta sotto controllo. Alla manifestazione all’Heumarkt, non lontano dalla sede del congresso, e’ intervenuta anche la presidente del Nord-Reno Vestfalia Hannelore Kraft: “Vogliamo restare quello che siamo: un paese aperto e tollerante”. Migliaia di manifestanti hanno cercato di ostacolare oggi in Germania la tenuta del Congresso dei populisti tedeschi dell’Afd. Sotto una pioggia di fischi e cori di protesta, i 600 delegati dell’Alternativa per la Germania hanno avuto difficoltà a raggiungere l’hotel nel centro di Colonia, dove si tiene il congresso fino a domani. I manifestanti hanno cercato di bloccare il percorso, un tentativo che ha innescato scontri con la polizia. Un agente, che scortava i membri del partito, è rimasto lievemente ferito al volto, mentre un uomo è stato arrestato dalle forze di sicurezza. In tutto, circa 50.000 manifestanti, fiancheggiati da 4.000 agenti di polizia sono attesi questo fine settimana nella città tedesca.

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