Germania, nuovo governo Merkel? “50-50 che ce la farà”

Germania, nuovo governo Merkel? “50-50 che ce la farà”
La cancelliera tedesca, Angela Merkel
30 ottobre 2017

Un nuovo governo Merkel entro la fine dell’anno? Per niente cosa certa, secondo Hubert Seipel, che dà “al 50%” la riuscita dei negoziati per formare la cosiddetta “coalizione Giamaica” (tra i conservatori della Cdu e la Csu, i liberali dell’Fdp e i Verdi) in corso a Berlino. E comunque vada, secondo il giornalista, scrittore e documentarista tedesco “stiamo assistendo all’inizio della fine di Angela Merkel”, sia come leader in Germania che in Europa. Fatale per la cancelliera è stato l’aver capito troppo tardi le conseguenze dell’improvvisa apertura ai migranti nel 2015. Ora la cancelliera cercherà di porre rimedio, “ma servirà troppo tempo”. E potrebbe essere troppo tardi per rimediare. E’ stata una “brutta, pesante sconfitta” quella della Cdu di Angela Merkel e del partito bavarese affiliato della Csu, “provocata essenzialmente da due fattori che si sono sommati, spiega ad askanews Seipel: “Prima di tutto la questione dei rifugiati, poi il fatto che Merkel è al suo quarto mandato e la durata di un leader di governo pesa”. Sui migranti il governo Merkel “all’inizio non ha saputo affrontare la situazione, puntava in un certo senso a sviluppare la cultura dell’accoglienza e solo in un secondo momento ha capito di non farcela. A quel punto è stato chiuso quello che si poteva chiudere, ma la destra populista dell’Afd ha sfruttato la situazione e ha cominciato a crescere, anche perché all’inizio nessuno li prendeva davvero sul serio, compresa la Cdu”. “Il risultato è che adesso ci ritroviamo con i partiti conservatori particolarmente indeboliti – continua Seipel – alle prese con la necessità di trovare un modo per fare una coalizione, con i Liberali o i Verdi che siano, la scelta non è grande. Il problema però è che escludere l’Afd significa lasciargli altro spazio di manovra: non si risolvono i problemi con un blocco dell 80% dell’establishment politico che dice, ecco siamo quelli buoni”.

Quindi la destra xefonoba e populista crescerà? “Sì. O meglio, forse non crescerà tanto in termini numerici, ma i problemi su cui avanza resteranno e questo influenzerà la politica. Assieme al forte senso di frustrazione per la durata del governo Merkel, al forte scontento per le politiche dei socialdemocratici della Spd, che alla fine non hanno fatto altro che seguire la Cdu, praticamente non si è vista distinzione alcuna nelle politiche dei due partiti. La somma di tutto questo porta al risultato delle elezioni del 24 settembre, frutto di frustrazione, di protesta, anche dei timori suscitati e cavalcati dall’Afd. Dobbiamo capire che tutto questo è ancora lì, non è passato con il voto: il sentimento comune che prova la gente è di smarrimento, l’impressione generale è che le proprie paure non siano state prese in considerazione. E poi c’è e ci sarà sempre una buona percentuale di idioti che non puoi convincere con un argomento o l’altro, per quando solido”. Per contrastare la destra dell’Afd, secondo il giornalista ora “Angela Merkel farà leggi dure, bloccherà ogni eventuale ulteriore flusso migratorio, distribuirà fondi e soldi per migliorare le condizioni sociali di certe aree. Cose che possono in parte funzionare, ma il problema è che per fare tutto questo serve tempo, troppo tempo. Quindi credo che stiamo assistendo all’inizio della fine di Angela Merkel”. Questo significa che l’Unione europea si ritroverà orfana della ‘leader Merkel’? “Sì – risponde Hubert Seipel – è l’inizio del tramonto anche della sua leadership in Ue”.

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Ci sono altri fattori che spingono in questa direzione, a far sì che “l’Europa non stia più seguendo davvero gli ordini di Merkel”. Innanzittuto “non c’è più la pioggia di fondi strutturali che permettevano di tenere buoni tutti, in particolare l’Europa dell’Est. Poi c’è un senso di identità nazionale che sta crescendo, il cosiddetto sovranismo: potrà non piacere, ma è un dato di fatto e influenza anche la Germania e a livello Ue i risultati sono le tante forme di cooperazione regionale che non si possono davvero bloccare”. Sul fronte interno c’è anche un problema di approccio rispetto all’Ue nella coalizione che va prospettandosi, dove le posizioni dei liberali non sono compatibili con molte istanze europee. Per essere chiari, l’Fdp non può andare d’accordo con Macron. E’ un aspetto molto esplosivo della congiuntura politica attuale in Germania”. Incognite e complicazioni che – è il ragionamento di Seipel – potrebbero portare addirittura a un epilogo anticipato e drammatico. “Se non riescono a formare questa coalizione Giamaica, allora potremmo dover tornare alle urne e le nuove elezioni sarebbero probabilmente senza Merkel”. Non è da escludere, “perché le contraddizioni tra Cdu e Csu e i liberali pesano troppo. Pesa troppo l’avvicinarsi del voto in Baviera e lì la batosta dei conservatori è stata davvero grossa. Insomma, tutto da vedere se ci sarà un nuovo governo Merkel sotto l’albero di Natale o all’inizio del 2018. “Sì, direi 50-50”.

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