I gesuiti riuniti per scegliere il nuovo superiore. Cresce il “global south” nella composizione dei 212 elettori

I gesuiti riuniti per scegliere il nuovo superiore. Cresce il “global south” nella composizione dei 212 elettori
2 ottobre 2016

Una messa nella chiesa del Gesu’, a Roma, presieduta, come vuole la tradizione, dal maestro dell’ordine domenicano, padre Bruno Cadore, da’ il via alla congregazione generale con la quale i gesuiti, da domani per diverse settimane, eleggeranno il nuovo superiore generale. L’evento di per sé raro – e’ la 36esima volta che si riunisce il capitolo dell’ordine fondato nel 1540 da sant’Ignazio di Loyola – assume un valore unico in presenza, per la prima volta nella storia della Chiesa, di un Papa gesuita, Jorge Mario Bergoglio. L’elezione del generale dei gesuiti, inoltre, e’ un evento significativo per l’intera Chiesa. Non solo perché i gesuiti sono il piu’ grande ordine religioso della Chiesa, caratteristica a cui allude il soprannominato di “Papa nero” affibbiato in passato al loro generale. Ma perché ne hanno spesso rappresentato, nella storia, una avanguardia – culturale, polilitica, geografica – quando ammirata, quando osteggiata. C’e’, ad esempio, chi ha visto nell’elezione nel 2008 dello spagnolo Adolfo Nicolas, per decenni missionario in Asia, dopo il commissariamento dei gesuiti disposto da Giovanni Paolo II e dopo il lungo generalato dell’olandese Peter-Hans Kolvenbach, una prefigurazione di quanto avvenuto al Conclave del 2013. Quando, in una sorta di oscillazione del pendolo, dopo l’elezione, “centripeta”, di Joseph Ratzinger (2005), per quasi un trentennio prefetto della romana congregazione per la Dottrina della fede, i cardinali hanno eletto, con moto “centrifugo”, l’arcivescovo di Buenos Aires, scelto “quasi alla fine del mondo”, come egli stesso ha detto, in contrappunto ad una Curia romana emersa, nel corso degli anni, come disfunzionale, troppo legata all’Italia, lontana comunque dalla crescita del cattolicesimo in America latina, Africa, Asia, mentre decresce in Occidente e, in particolare, in Europa.

I 212 elettori che da domani si riuniscono nella Curia generalizia, a due passi dal Vaticano, si riuniscono per scegliere il successore dello stesso Nicolas, 30esimo superiore generale della compagnia di Gesu’. Il quale, due anni fa, ha preannunciato che si sarebbe dimesso a 80, compiuti da poco, consolidando cosi’ una prassi, iniziata da Pedro Arrupe nel 1983, che ha portato questo ruolo tradizionalmente vitalizio, come il papato, ad essere, di fatto, a termine (cosa nel frattempo introdotta anche per i Papi, praticamente, dalla rinuncia al Pontificato di Benedetto XVI). Il primo punto all’ordine del giorno della 36esima congregazione generale che inizia domani, e’ stato sottolineato ad un briefing, sara’ proprio l’elezione del nuovo superiore, prevedibilmente all’inizio della seconda settimana. Il voto avviene dopo quattro giorni di preghiera, raccoglimento e penitenza durante le quali gli elettori si interrogano, si scambiano informazioni, si incontrano, cercando di individuare, con colloqui personali (da qui il nome “murmurationes” di queste quattro giornate) il candidato ideale per guidare la Compagnia di Gesu’. Non ci sono candidati, e una apposita commissione “de ambitu” vigila sull’ipotesi che qualcuno, mosso appunto dall’ambizione, stia promuovendo se stesso o qualcun altro. L’elezione avviene con la maggioranza semplice e, solitamente, dopo le quattro giornate di discernimento avviene in modo piuttosto rapido. L’elezione di padre Nicolas avvenne al secondo scrutinio, quella di padre Kolvenbach al primo. Il Papa sara’ la prima persona informata dell’elezione (non deve dare la sua approvazione ma solo essere informato) e il nome verra’ poi reso pubblico. La congregazione generale, a quel punto, proseguira’ con la scelta dei collaboratori del nuovo superiore e discuteranno di “problematiche centrali per la Compagnia, tra cui la missione, la struttura, la vita e il lavoro dei gesuiti”. Non vi e’ una durata prefissata del capitolo, che, hanno spiegato i gesuiti nel briefing, “durera’ quanto durera’”, e prevedibilmente non finira’ prima di novembre (nel 2008 la durata fu di 58 giorni). Una messa di chiusura presso la chiesa di Sant’Ignazio segnera’ la fine dei lavori. I gesuiti elettori, eletti a loro volta dalle singole “province” (tre sono stati nominati dal padre generale uscente) vengono da 62 paesi diversi.

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E tra di essi, rispetto all’ultima congregazione generale del 2008, ha sottolineato nel corso di un briefing padre Antonio Moreno, provinciale delle Filippine, il “global south” e’ aumentato del cinque per cento, passando dal 54% al 59% degli elettori. Lingue ufficiali di lavoro saranno inglese, spagnolo e francese (non italiano). In particolare, la percentuale di elettori africani e’ passata da otto a dieci, quella di elettori di Asia e Oceania da 28 a 33, mentre e’ rimasta stabile al 15% la presenza dell’America del nord ed e’ calata quella degli altri continenti (Europa dal 31% al 26%, America del sud dal 18% al 16%). I gesuiti, ha ricordato da parte sua padre Federico Lombardi, ex direttore della sala stampa della Santa Sede, sono oggi 16.740, suddivisi all’incirca cosi’: 5000 in Europa, 5000 in America del nord e del sud, 5600 in Asia e Oceania (una grande maggioranza, 4000, solo in India), 1600 in Africa. Se le vocazioni, nel corso dell’ultimo mezzo secolo, sono molto calate, sono pero’ aumentate in Africa e Asia, anche tra i piu’ giovani: il 63% dei novizi (coloro che hanno chiesto di divenire gesuiti), ad esempio, ed il 65% degli scolastici (i gesuiti studenti) vengono da questi due continenti. Solo in Vietnam, e’ ancora un esempio citato da padre Lombardi, se nel 1975, anno in cui i gesuiti stranieri furono cacciati dal paese, erano 26, oggi sono 210. “Non sappiamo se il prossimo superiore verra’ dal global south”, ha precisato padre Moreno, “l’importante e’ che sia la persona adatta a guidare la compagnia in base alle priorita’ che la congregazione generale individuera’”. Di certo, lo spostamento verso Asia e Africa dei gesuiti elettori riflette piuttosto fedelmente le tendenze statistiche in seno alla Compagnia di Gesu’ e, piu’ in generale, nella Chiesa cattolica mondiale.

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