Chi sono i “Gilet gialli”? Un nuovo fronte per Macron

17 novembre 2018

Movimento spontaneo, ancora imprevedibile, quello dei “gilets gialli” ha prodotto oggi una diffusa mobilitazione in Francia, rilanciando l’interrogativo: ma chi sono questi “gilets jaunes”? Risposta impossibile, per ora, data la natura estremamente fluida dell’iniziativa. Partita come protesta contro l’aumento dei prezzi del carburante (il nome indica i giubbini fluorescenti gialli per la sicurezza stradale), ma che flirta con altri argomenti di contestazione: contro il calo del potere d’acquisto, contro le tasse in generale, anche contro misure per le pensioni, insomma, contro.

Il movimento è partito sui social media, con video, messaggi Facebook, tweet che ne hanno chiamati molti altri, per allargarsi a macchia d’olio. Nel giro di un paio di settimane sono emersi portavoce spontanei, o piuttosto dei promotori, e si è arrivati in tempi brevissimi alla mobilitazione sul terreno vista oggi. Per la giornata odierna molte manifestazioni dei “gilets gialli” erano state annunciate, ma i primi numeri forniti dal ministero dell’Interno hanno velocemente superato le previsioni: 2.000 raduni rispetto ai 1.500 attesi alla vigilia e almeno 124mila persone mobilitate a metà giornata, secondo fonti della polizia citate da Libération.

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La collera degli automobilisti francesi è alimentata da tre settimane dall’innalzamento dei prezzi del carburante. Il governo per il 2019 annuncia nuove accise per finanziare la transizione ecologica: saranno aggiunte tasse per 6,5 centesimi per litro di gasolio e 2,9 centesimi per litro di benzina. Il carburante in Francia costa meno che in Italia (in media a fine ottobre un litro di benzina a 95 ottani veniva 1,51 euro alla pompa) ma i prezzi sono aumentati rispettivamente del 14% e del 22% in un anno, dando la stura alle proteste.

Il primo invito a manifestare il 17 novembre è arrivato su Facebook, lanciato dieci giorni fa da due camionisti della regione Seine-et-Marne. L’evento proposto, “Blocco nazionale contro l’aumento del carburante” è rimbalzato sui social e ha presto raccolto 200mila persone interessate a partecipare. Altre iniziative sono state lanciate parallelamente, gli organizzatori, secondo Liberation, si sono in alcuni casi coordinati ed è stato creato un sito per registrare tutte le azioni messe in campo per oggi, con una mappa interattiva per individuare le proteste più vicine ad ogni utente.

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Il movimento non ha colori politici dichiarati, ma una delle figure più in vista della protesta è Fabien Buhler, esponente del partito Debout la France che fa capo a Nicolas Dupont-Aignan, di tendenza sovranista. Secondo molti analisti, in realtà Buhler è semplicemente salito sul carro della protesta, ma i suoi video hanno fatto da cassa di risonanza per i gilet gialli. Anche la leader dell’estrema destra francese Marine Le Pen ha espresso sostegno per le proteste. Per il presidente Macron si apre così un nuovo fronte. Il governo oggi ha dichiarato “un alto livello di inquietudine” per le violenze che hanno accompagnato le azioni di blocco stradale – una manifestante morta, tre persone in condizioni gravi e decine di feriti più lievi – e ha parlato di “alcune persone piuttosto vendicative”, che hanno convinto le forze dell’ordine a usare i gas lacrimogeni e procedere ad arresti. askanews

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