Macron rompe il silenzio: “Ho fatto cavolate”. L’intelligence indaga sul ruolo di social nella protesta

Macron rompe il silenzio: “Ho fatto cavolate”. L’intelligence indaga sul ruolo di social nella protesta
Eliseo, sede del presidente della Repubblica francese
10 dicembre 2018

Emmanuel Macron, sempre in silenzio e nelle stanze dell’Eliseo, si prepara a giocarsi tutte le carte, prima fra tutti il jolly delle concessioni ai gilet gialli per evitare che sabato prossimo prenda forma un quinto appuntamento con la guerriglia a ridosso di Natale. Accerchiato dai nemici, interni e internazionali, Macron sta mettendo a punto i ritocchi agli annunci che fara’ stasera rivolgendosi finalmente ai francesi in tv alle 20. Tagli alle tasse, aumento dei sussidi e delle pensioni minime, rinuncia all’ecotassa, o addirittura rimpasto di governo.

“Ho fatto delle cavolate, ci sono troppe tasse in questo Paese!”, si sarebbe sfogato venerdi’ scorso Macron incontrando i sindaci, secondo la ricostruzione offerta da Le Parisien. I danneggiamenti e i blocchi stradali nelle proteste dei Gilet gialli sono “una catastrofe” per l’economia francese, ha denunciato invece il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, che ha parlato di “crisi della nazione”. L’Eliseo ha comunicato che per discutere “del grave momento attraversato dal paese” saranno ricevuti a palazzo presidenziale i presidenti del parlamento e i capi dei sindacati.

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Ma per Macron la strada non sarà certo in discesa. Già il sindacato Solidaires ha annunciato che non andrà oggi all’Eliseo, dove è stato convocato con altre associazioni di categoria, ufficialmente per non prestarsi al “piano di comunicazione” del governo. “Noi non pensiamo che in questo momento il ruolo delle organizzazioni sindacali sia “discutere” con un presidente e un governo all’ultima spiaggia, mentre centinaia di persone sono ancora detenute semplicemente per aver voluto manifestare contro la politica di quelli che ci invitano a discutere”, ha dichiarato il sindacato in un comunicato. Ha precisato di non volersi “sostituire a quelli che si sono mobilitati da diverse settimane”, alludendo al movimento dei “gilet gialli”. Solidaires aveva già rifiutato, come la Cgt, di andare venerdì al ministero del Lavoro, dove diversi ministri hanno ricevuto le parti sociali.

Intanto l’intelligence sta indagando sul ruolo di social network, e sul loro presunto legame con Paesi stranieri, che potrebbero aver tentato di amplificare le proteste. Il Segretariato generale della Difesa e sicurezza nazionale (SGDSN) sta passando al setaccio account che sarebbero stati creati ad arte due settimane fa e dai quali partono un centinaio di messaggi al giorno. I Gilet gialli devono la loro presa e la loro diffusione soprattutto a Facebook, ma nei giorni scorsi alcuni esperti e aziende hanno rilevato comportamenti sospetti soprattutto su Twitter. E’ il caso di utenti i cui profili sono apparsi di recente per trasmettere molte informazioni false o parziali sul movimento di protesta, con l’obiettivo comune di fornire una immagine della Francia come di un paese quasi alle prese con una guerra civile. Parigi ha invitato con decisione il presidente Usa, Donald Trump, a non interferire negli affari interni della Francia, dopo che il presidente americano aveva scritto un tweet sui Gilet gialli e l’accordo sul clima.

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“Per la nostra economia e’ una catastrofe. E’ un periodo in cui normalmente il commercio va bene, siamo alla vigilia delle feste di Natale e qui e’ proprio una catastrofe”, ha lamentato Le Maire promettendo “risposte molto concrete e dirette” ai commercianti colpiti”, per i quali i danni legati alle proteste si aggirano intorno al miliardo. Dopo le ultime manifestazioni del week end, sono 1.700 le persone trattenute dalla polizia nel corso dei controlli effettuati ieri durante i raduni dei Gilet gialli. Le identificazioni e i controlli, invece, hanno’riguardato circa 2.000 persone. I manifestanti scesi in piazza sono stati, secondo le stime del governo, circa 136.000. Secondo i risultati di un sondaggio Ipsos pubblicato da Le Journal du Dimanche, se i Gilet gialli presentassero una lista per le elezioni europee otterrebbero in Francia il 12% dei voti, e sarebbero la seconda forza politica del Paese. La Republique en marche, il movimento di Macron, alleato con i centristi di MoDem, otterrebbe il 21% e sarebbe al primo posto. Terza piazza per il Rassemblement National di Marine Le Pen (14%) e quindi i verdi (3%), i conservatori di Les Republicains (11%) e la sinistra di Lfi (9%).

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