“Girando a Cinecittà”, tra divi, film e costumi dal ’37 all’89 (VIDEO)

“Girando a Cinecittà”, tra divi, film e costumi dal ’37 all’89 (VIDEO)
23 gennaio 2015

I costumi di Liz Taylor e Richard Burton nei film “Cleopatra” e “La Bisbetica domata”, quelli di Alida Valli e Farley Granger di “Senso” di Luchino Visconti, la vespa di “Vacanze Romane”, ambientazioni da saloon per ricordare gli Spaghetti western. La nuova mostra “Girando a Cinecittà”, ospitata negli storici studi cinematografici di Roma, rende omaggio ad attori, film e registi che hanno girato qui dal 1937 al 1989. Il nuovo percorso permanente, che fa parte del progetto “Cinecittà si mostra” e si affianca agli altri preesistenti “Perché Cinecittà 1935-1945” e “Backstage – Un percorso didattico per Cinecittà”, si articola in vari ambienti che ripercorrono i generi, rievocati attraverso musiche, ambientazioni, foto, estratti di film e costumi.Dai titoli storici e di propaganda, al Neorealismo, alla sala dedicata alla “Hollywood sul Tevere” con Audrey Hepburn e le dive, al peplum che ha segnato un’epoca con “Ben Hur”, fino alla commedia all’italiana con Totò e gli altri, le commedie sexy e i polizieschi anni ’70, le mega-produzioni come “L’ultimo imperatore” di Bertolucci e gli Spaghetti western, con un omaggio a Sergio Leone in una sala ispirata a “C’era una volta in America”.L’intento di Alida Cappellini e Giovanni Licheri, curatori della mostra e autori delle scenografie e degli allestimenti è stato”cercare di dare al visitatore un excursus interessante e culturale di un lungo periodo di Cinecittà e di un periodo d’oro e far capire l’importanza di questo luogo”. “E’ un percorso emozionale che viene raccontato attraverso tanti metodi, la fotografia, il cinema, il montaggio”.E Italo Moscati, scrittore, regista, sceneggiatore che ha curato la sezione dei filmati aggiunge: “E’ un omaggio a Cinecittà ma è un film sui film che ha fatto Cinecittà. Un disperato tentativo di raccontare la storia di circa 4000 film e di tutti i personaggi che hanno partecipato a questo kolossal, anzi un super kolossal”.

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