Gli assenteisti di Strasburgo prendendo oltre 10 mila euro al mese

12 maggio 2014

Sono stati eletti in Europa ma nei corridoi e nell’aula del Parlamento di Strasburgo in pochi si sono accorti della loro presenza. Sono gli assenteisti cronici, gli europarlamentari italiani che ai lavori partecipano, se va bene, una volta su due. Ma lo stipendio lo intascano ugualmente, alla faccia di chi li ha votati. Emolumenti che sono leggermente inferiori a quelli di un parlamentare italiano ma comunque elevati: la “base” è di circa 6700 euro, alla quale si aggiungono 4000 euro di rimborsi onnicomprensivi di tutto, principalmente spese telefoniche. A questo poi si sommano 23 mila euro che servono a coprire le spese per gli assistenti parlamentari e per la segreteria. Soldi, questi ultimi, che fino a qualche anno fa venivano cumulati agli altri senza la necessità di presentare particolari “giustificativi”. Però, dopo un’inchiesta che ha svelato come quei fondi finissero in realtà tutti nelle tasche dei parlamentari, il regolamento europeo è diventato molto più severo: le spese per gli assistenti sono state scorporate dallo stipendio base e devono essere rigorosamente giustificate.

Anche così c’è però chi, conquistata una poltrona a Strasburgo, non si affanna certo per giustificare la sua elezione. I peggiori, segnalati dal sito Mepranking.eu, hanno numeri di presenze risibili. Gino Trematerra, dei Popolari Europei, ha una percentuale di partecipazione al voto del 38 per cento, in pratica ha disertato due sedute su tre. Un altro indice del lavoro svolto è quello sulle “activities” voce che comprende mozioni, interventi in aula, dichiarazioni e interrogazioni. Trematerra in cinque anni di lavoro ne ha collezionati in tutto 16, risultando al 751° posto su 765 membri. Leggermente meglio di lui ha fatto un personaggio famoso, Magdi Cristiano Allam, candidato come capolista nella circoscrizione del Nord Ovest con l’Udc, che in aula ha totalizzato 55 interventi, piazzandosi sempre negli ultimi posti tra i parlamentari a Strasburgo. Leggermente più alta la sua presenza in aula che sfiora il 77 per cento. Sonia Alfano, eletta come indipendente nelle liste dell’Italia dei Valori, ha una discreta attività in parlamento, avendo collezionato ben 609 “activities”, piazzandosi centoventesima su 765 membri, ma in aula si è fatta vedere soltanto una volta sue due.

Leggi anche:
G7 a Capri, ministri degli Esteri uniti verso sanzioni a Iran e sistemi difesa aerea a Kiev

Per quanto riguarda gli eletti nella circoscrizione dell’Italia centrale il peggiore come numero di presenze è Alfredo Antoniozzi, passato dal Pdl al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano (a Strasburgo nel Ppe), che ha collezionato una percentuale in aula pari al 58%. Va leggermente meglio come numero di “activities”, in tutto 310. Sempre nella circoscrizione dell’Italia centrale non brillano per presenze Alfredo Pallone (61% ma con un numero sufficiente di interventi, 827) e Potito Salatto (67% di presenze e 115 “activities”), entrambi nel gruppo del Ppe. David Sassoli, esponente del Pd, non è fra i peggiori ma certamente non brilla per numero di presenze, che si attestano al 77 per cento, mentre gli interventi in aula in cinque anni sono stati appena 138. Tanto che in “classifica” è al 627° posto. Negli assenteisti figura anche un personaggio che in politica naviga da oltre cinquant’anni, Ciriaco De Mita, anche lui nel gruppo del Ppe. Finito in Europa dopo che Walter Veltroni gli aveva sbarrato la strada all’ennesima candidatura al parlamento italiano, oggi ha deciso di abbandonare definitivamente Strasburgo per correre come sindaco di Nusco, il suo paese-feudo natale. In aula ha partecipato al 49% delle votazioni (meno di una volta su due) e di sicuro non brilla per numero di attività: in tutto si contano 68 interventi.

Leggi anche:
Meloni: spero in un'Europa diversa. Draghi? Parlarne ora è filosofia

Altro parlamentare di “lungo corso” è Clemente Mastella, eletto per la prima volta in Europa nel 2009 e ricandidato con Forza Italia. Neppure lui però brilla per numero di presenze, attestandosi al 53% di partecipazioni al voto. Più volenteroso, invece, per quel che riguarda il numero di interventi, arrivando a 480 “activities”, un numero che lo piazza al 183° posto fra tutti gli europarlamentari. A fronte di chi in Europa si fa notare soprattutto per le assenze ci sono però molti parlamentari che lavorano sodo. Iva Zanicchi, ad esempio, eletta nella lista di Forza Italia e ricandidata anche in queste elezioni, è una stakanovista di Strasburgo con una percentuale di presenze del 90 per cento e 681 “activities”, numero che la piazza tra i primi cento eurodeputati. Meglio di lei ha fatto Roberta Angelilli, eletta nella lista del Pdl nella circoscrizione dell’Italia centrale, che oltre ad avere una percentuale di partecipazione al voto del 94 per cento ha collezionato ben 2066 interventi, numero che la fa salire al sedicesimo posto per “activities” tra i parlamentari. Meglio di lei ha fatto la deputata della Lega Nord nel gruppo dell’Efd, Mara Bizzotto, che ha presentato una quantità impressionante di mozioni, interventi, interrogazioni, arrivando a 2875, numero che la pone al quinto posto su 765 membri del parlamento europeo. Praticamente sempre presente in aula, con il 91% di percentuale durante le votazioni. (Il Tempo)

Leggi anche:
Missili Patriot, Kiev incalza Europa e Usa. G7: subito scudo aereo per l'Ucraina

 

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti