Gli Usa fanno arrestare la numero 2 di Huawei, ira della Cina

6 dicembre 2018

La direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou, è stata arrestata in Canada. L’alto dirigente del colosso cinese della telefonia ora è oggetto di una richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti. E sono stati sempre gli Usa a far scattare le manette alla figlia del fondatore di Huawei per sospette violazioni delle sanzioni contorno l’Iran. E così le autorita’ canadesi hanno arrestato a Vancouver la chief financial officer di Huawei, Meng Wanzhou, che ricopre anche il ruolo di vice presidente del board del gruppo di Shenzhen. L’arresto di Meng, che e’ anche la figlia del fondatore del gruppo, Ren Zhengfei, ex ingegnere dell’Esercito di Liberazione Popolare cinese, e’ stato confermato al quotidiano canadese The Globe and Mail dal portavoce del Ministero della Giustizia canadese, Ian McLeod.

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Risale al primo dicembre scorso, lo stesso giorno in cui il presidente cinese, Xi Jinping, e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si incontrarono a margine del G20 di Buenos Aires per raggiungere una tregua sulle tensioni sul commercio che dividono Cina e Stati Uniti. Meng e’ ora in attesa dell’udienza, prevista per la giornata di domani.  Il governo cinese, attraverso il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang, ha chiesto a Canada e Stati Uniti di “chiarire immediatamente” le ragioni dell’arresto di Meng di cui esige il rilascio immediato e la protezione dei diritti legittimi. La Cina, ha detto Geng, non ha ricevuto alcuna spiegazione ufficiale riguardo all’arresto della dirigente di Huawei, ne’ dal Canada, ne’ dagli Stati Uniti, che ne chiedono l’estradizione. “A quanto posso vedere, ne’ il Canada, ne’ gli Stati Uniti hanno dato una ragione per la sua detenzione”, ha detto Geng Shuang.

L’arresto e’ gia’ un caso diplomatico e il timore che faccia naufragare i tentativi di distensione tra Usa e Cina ha gia’ affossato i mercati asiatici: Tokyo ha chiuso a -1,91%, e le Borse cinese di Shenzhen, dove ha sede Huawei (-1,6% a meta’ seduta), e di Shanghai (-1,28%). L’ambasciata cinese a Ottawa ha inoltrato una protesta formale nei confronti di Canada e Usa, e ha sottolineato che Meng “non ha violato leggi statunitensi o canadesi”. Questo tipo di azioni, prosegue la nota, “danneggiano gravemente i diritti umani della vittima” e quindi l’ambasciata cinese chiede a Usa e Canada di “correggere immediatamente” l’errore e di rimettere in liberta’ la Cfo di Huawei. In un segno tangibile dell’irritazione cinese, l’ambasciatore Lu Shauye ha annullato all’ultimo minuto e senza fornire spiegazioni la sua audizione di oggi alla commissione Affari Esteri della Camera dei Comuni, uno dei rami del parlamento di Ottawa.

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Il gigante cinese delle telecomunicazioni in una nota dai toni moderati parla di “accuse non specificate” nei confronti della sua dirigente, e si dice “non al corrente di alcun illecito commesso da Ms. Meng”, confidando nel fatto che “i sistemi legali di Canada e Stati Uniti raggiungeranno una giusta conclusione” sul caso. Ad aprile scorso, il Wall Street Journal aveva anticipato che il gruppo era sotto osservazione da parte del Dipartimento americano della Giustizia per possibili violazione delle sanzioni nei confronti dell’Iran. La notizia dell’arresto di Meng ha accolto al ritorno in Cina da un lungo tour il presidente Xi Jinping, giunto a Pechino nella tarda mattina di oggi: proprio ieri, a Lisbona, Xi aveva presenziato alla firma di 17 accordi di cooperazione bilaterale tra Cina e Portogallo, tra cui uno relativo allo sviluppo delle reti 5G nel Paese, in cooperazione tra Huawei e la multinazionale Altice.

Chi è Meng Wanzhou

Un pilastro di Huawei e con ogni probabilita’ l’erede designata ad assumere in futuro la guida del gruppo fondato dal padre Ren Zhengfei nel 1987. Meng Wanzhou, 46 anni, il vicepresidente e direttore finanziario del colosso cinese delle telecomunicazioni arrestato l’1 dicembre dalle autorita’ canadesi a Vancouver su richiesta degli Stati Uniti per possibili violazioni dell’embargo contro l’Iran, e’ una delle persone piu’ potenti della Cina e della sua elite politico-finanziaria. Nata nel 1972, ha deciso di assumere il cognome della madre a seguito del divorzio dei suoi genitori. Dopo essersi laureata nel 1992 e aver lavorato per un anno presso la China Construction Bank, nel 1993 e’ entrata in Huawei decidendo di partire dal basso, dal gradino di segretaria per poi scalare rapidamente posizioni. Nel frattempo, ottiene un master in scienze e tecnologia dall’universita’ di Huazhong e inizia a scalare gerarchie diventando responsabile per la contabilita’ aziendale e capo dell’auditing.

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A partire dal 2005 sovrintende alla creazione di cinque centri di servizio del gruppo nel mondo e segue il completamento del Global Payment Center a Shenzhen in Cina. Questi centri contribuiscono ad aumentare l’efficienza nella gestione dei conti del gruppo e ne favoriscono la rapida espansione sia in Cina che all’estero. Dal 2007 viene incaricata di gestire il Financial Services (IFS) Transformation Program, una partnership della durata di otto anni fra Huawei e Ibm. Questo programma consente a Huawei di sviluppare i propri sistemi di gestione dati e di allocazione delle risorse. Nel 2017 Forbes la colloca all’ottavo posto fra le businesswoman piu’ influenti della Cina mentre la presidente di Huawei Sun Yafang si colloca al secondo. Da sempre molto attenta a proteggere la propria privacy, ha comunque assunto un profilo sempre di maggiore rappresentanza dell’azienda: di recente e’ intervenuta nella conferenza accademica di Singapore del 2018, illustrando il ruolo che Huawei deterra’ in futuro nello sviluppo della tecnologia.

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