Ricorso Google per 2,42 miliardi

Ricorso Google per 2,42 miliardi
12 settembre 2017

Continua il braccio di ferro tra Google e la Commissione europea. La controllata di Alphabet ha deciso di fare ricorso contro le autorità antitrust Ue, che lo scorso giugno avevano comminato al gruppo tecnologico una multa record di 2,42 miliardi di euro (pari al 2,4% dei ricavi 2016 della capogruppo); Bruxelles è convinta che Google abbia abusato della sua posizione dominante nel campo dei motori di ricerca, dando un vantaggio illegale al suo servizio di comparazione degli acquisti. Con questa scelta, l’azienda inizia una battaglia legale che potrebbe richiedere anni per essere conclusa. Il ricorso non impedisce comunque a Google di dovere pagare la multa o di rispettare le richieste della Ue, che ordinò all’azienda di trattare allo stesso modo il suo servizio e le offerte dei rivali. A fine agosto il gruppo presentò il suo piano per aggiustare il tiro, proponendo cambiamenti che stando alla tempistica Ue vanno adottati entro il 28 settembre pena una multa pari al 5% dei ricavi giornalieri di Alphabet per ogni giorno di mancata attuazione. Microsoft dovette pagare 899 milioni di euro per quasi quattro anni di ritardi nel correre ai ripari: nel 2004 erano stati identificati degli abusi da parte del colosso informatico.

Google non ha spiegato la logica del ricorso. La Commissione Ue ha commentato dicendo che “difenderà la sua decisione in tribunale”. Oltre a un ricorso, Google potrebbe chiedere un’ingiunzione con cui punterebbe a sospendere l’ordine Ue in attesa dell’esito del ricorso stesso. In questo caso però la controllata di Alphabet dovrebbe dimostrare che implementare l’ordine Ue causerebbe danni irreparabili. Il ricorso è arrivato dopo che la settimana scorsa la Commissione Ue ha subito un colpo duro: il massimo organo giudiziario Ue ha fatto decadere alcuni elementi chiave del caso antitrust Ue contro Intel, nel 2009 multata per 1,06 miliardi di euro per abuso di posizione dominante; quella fu una multa record fino a quella comminata a Google lo scorso giugno. La decisione della Corte di Giustizia Ue ha così aggiunto ulteriori anni di duello legale tra Bruxelles e il produttore di microprocessori.

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