Governo, focus su manovra e banche. E Conte ci mette faccia su Tap

Governo, focus su manovra e banche. E Conte ci mette faccia su Tap
Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e Matteo Salvini
28 ottobre 2018

Un vertice per ricucire definitivamente dopo lo scontro sul dl fiscale nel quale Matteo Salvini ha confermato il sostegno a Luigi Di Maio, attaccato da una parte del Movimento 5 stelle per la posizione assunta dal governo sulla Tap. Un vertice per confermare che l’impianto della manovra non cambia, anche se e’ possibile che arrivino delle piccole modifiche, con la correzione sul deficit di qualche decimale.

Leggi anche:
L'impegnativo maggio russo, quando Putin succederà a Putin: nuovo mandato e vecchie preoccupazioni

I due vicepremier rinsaldano l’asse. Intanto l’esecutivo ha voluto confermare la volonta’ di proteggere il sistema bancario. E’ quella la preoccupazione maggiore. Si monitera’ lo spread, si studieranno le strade migliori, ma l’obiettivo e’ quello di garantire la stabilita’ degli istituti. “Nessuna banca sara’ in difficolta’”, ha sottolineato Salvini. “Senza pero’ che a rimetterci siano i cittadini”, il rilancio di Di Maio, “andiamo avanti compatti e senza incertezze per realizzare tutti i punti che sono contenuti nel contratto di Governo. Contratto che resta la pietra angolare della nostra azione politica”.

I due hanno voluto far sapere di non aver parlato di Rai. Entro mercoledi’ dovrebbero arrivare le nomine dei tg dell’azienda di viale Mazzini. Ci sarebbe un’intesa di massima tra M5s e Lega ma dovrebbe essere domani il giorno per chiudere il dossier. Ancora coperto il nome del prossimo direttore del tg1 ma le quotazioni della Sciarelli sono in calo. Ma e’ soprattutto la Tap ad agitare l’esecutivo. Dopo le proteste degli attivisti M5s, di alcuni parlamentari grillini e del sindaco di Melendugno arriva la reazione del ministro del Sud: “Io non ho nulla di cui vergognarmi. Vado a testa alta”.

Leggi anche:
Tajani: Fi oltre 10% con accordo Riformatori sardi

Salvini garantisce la sponda al vicepremier leghista: “Se quell’opera fara’ costare di meno l’energia a milioni di italiani, quell’opera serve. Abbiamo ereditato – dice ancora – una situazione tale per cui uscire dal quel percorso costerebbe un occhio della testa”. Ma la rivolta tra i pentastellati non si placa. Tanto che e’ costretto ad intervenire il premier Giuseppe Conte: “Interrompere il progetto costa tra 20 e 35 mld”, chiarisce in una lettera aperta, “chi sostiene che non ci siano penali non ha cognizioni giuridiche”. Le critiche ai parlamentari M5s per il premier sono ingenerose. “Se ‘colpa’ deve essere – osserva -, attribuitela a me. Quando ho assunto questo incarico ero consapevole che la responsabilita’ di guidare la politica generale del governo avrebbe comportato anche l’adozione di scelte difficili”.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti