Governo non convince l’Ue, si prepara procedura di infrazione

Governo non convince l’Ue, si prepara procedura di infrazione
15 novembre 2018

La lettera di risposta dell’Italia a Bruxelles non convince l’Europa: troppo difficile pensare di poter incassare 18 miliardi dalla dismissioni di immobili per “digerire” il deficit/Pil al 2,4%. E anche i mercati ieri sono apparsi scettici: lo spread ha chiuso in rialzo a 310 punti, dopo una iniziale fiammata mattutina a 316.

La Commissione Ue ufficialmente risponderà al governo il prossimo 21 novembre, ma il clima per Giuseppe Conte e l’esecutivo M5s-Lega non è buono. Il vicepresidente della Commissione, il lettone Valdis Dombrovskis, twitta che i propositi di bilancio del governo sono “controproducenti per la stessa economia dell’Italia”. E Olanda e Austria già si dicono a favore dell’apertura della procedura di infrazione. “Sono tre mesi che la invocano, non è una novità…”, taglia corto il vicepremier Luigi Di Maio. Più duro e diretto il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “A Bruxelles ci sono troppi grafomani, gente che scrive lettere alle quali noi siamo costretti a rispondere, ma, vi posso assicurare, che non ci muoviamo di un millimetro”.

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Anzi, Di Maio rilancia, forse anche per cercare di far passare in secondo piano la difficoltà nell’interlocuzione con Bruxelles e con i partner europei. “Da ministro del Lavoro – annuncia – la norma su ‘quota 100’ e reddito di cittadinanza ce l’ho già pronta: sarà in un decreto legge subito dopo la legge di bilancio. Non c’è slittamento, collegato, calende greche…  Appena diventa operativo, con il voto del Parlamento sulla manovra, il fondo da 16 miliardi, chiederò a Conte di convocare il Cdm e fare il dl con le misure. Non ci si appigli alla lettera di Tria: nessuno slittamento, il ‘reddito’ sarà legge alla fine del 2018”. Per partire nei primi mesi dell’anno successivo. “Dalle simulazioni che stiamo facendo – precisa – a marzo partirà il reddito di cittadinanza e quota cento il mese precedente”.

Nessuno slittamento consistente, dunque, qualunque sia la decisione dell’Europa. Il premier Conte, però, è convinto che con l’Ue si debba mantenere aperto il dialogo. Il presidente del Consiglio è partito ieri sera per un viaggio “lampo” ad Abu Dhabi, dove oggi avrà un incontro bilaterale con il principe ereditario Mohammed bin Zayed Al Nahyan, per rientrare già nel pomeriggio a Roma. Nei giorni successivi potrebbe avere, come aveva ipotizzato settimane fa, un incontro con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, o almeno dei contatti telefonici, per discutere delle novità proposte dal governo (dismissione degli immobili e fondi per il dissesto).

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Sicuramente un contatto governativo a livello europeo sarà lunedì, quando il ministro dell’Economia Giovanni Tria sarà alla riunione straordinaria dell’Eurogruppo. La seduta era stata convocata per cercare di trovare una intesa sulla tassazione dei giganti digitali, ma difficile pensare che i colleghi non chiedano chiarimenti all’inquilino di via XX Settembre. La strada, a questo punto, per il governo è molto stretta e se pare difficile che l’Italia possa evitare la procedura di infrazione, l’obiettivo potrebbe essere quello di limitare al minimo l’impatto di eventuali sanzioni.

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