Grana Raggi per Di Maio, fuori se arriva condanna. Lega a finestra

Grana Raggi per Di Maio, fuori se arriva condanna. Lega a finestra
Il sindaco di Roma, Virginia Raggi
10 novembre 2018

Non sara’ certamente l’esito di una partita locale. Oggi si capira’ il destino giudiziario di Virginia Raggi ma anche se il risultato del processo che la vede indagata per falso ideologico in atto pubblico in relazione alla nomina alla Direzione Turismo di Renato Marra avra’ ripercussioni a livello nazionale. Per ora e’ arrivata un ‘segnale’ da Di Maio: “Il codice etico parla chiaro. Aspettiamo queste dodici ore e vediamo, ma ribadisco che il codice è stato sempre applicato nel Movimento Cinque Stelle”.

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Un modo per sottolineare, come osservano fonti parlamentari pentastellate, che qualora arrivasse una condanna la sindaca sarebbe fuori e non potrebbe usare il simbolo del Movimento. Sulle eventuali dimissioni si frena, ma nella sostanza l’atteggiamento M5s e’ quello di non legare il destino del Movimento a quello del primo cittadino della Capitale. La sindaca ha gia’ chiarito quale potrebbe essere la sua posizione (“Negli atti normativi del movimento nella prassi applicativa l’espulsione non e’ mai stata applicata, sia Nogarin che Pizzarotti, indagati, non furono espulsi. Pizzarotti fu sospeso perche’ omise che era indagato”), ma e’ evidente che nel caso di una condanna si aprirebbe un dibattito tra le forze politiche anche legato al rapporto tra M5s e Lega.

Perche‘ Salvini per ora non si esprime in alcun modo. Anzi, dice di auspicare che la sindaca “venga assolta” ma nel partito di via Bellerio ci si interroga sulle (eventuali) prossime mosse. Per ora prevale la cautela, l’intenzione di tenere un profilo basso per non alimentare le distanze emerse in questi giorni con l’alleato di governo, dalle accuse M5s sulla ‘manina’ sul dl fiscale alle tensioni sullo stop alla prescrizione. “Noi siamo pronti”, si limitano a dire diversi ‘big’ della Lega. Sara’ come sempre il segretario del partito di via Bellerio a decidere la strategia ma la manifestazione in programma a piazza del Popolo alle 11 dell’8 dicembre potrebbe anche trasformarsi nell’inizio di una campagna elettorale non solo per le Europee ma pure per la conquista del Campidoglio.

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La chiamata alle armi e’ arrivata da settimane: nella Capitale arriveranno da nord a sud, gia’ sono previsti centinaia di pullman e diversi treni speciali, dicono diversi parlamentari del Carroccio. Al momento lo scopo della manifestazione e’ quello di rivendicare l’operato del governo di questi mesi, di rilanciare i contenuti del dl sicurezza e sottolineare la necessita’ di procedere diritti sulla manovra e combattere l’Europa della burocrazia. Ma il ‘dopo-Raggi’, sempre ovviamente nel caso di una condanna, potrebbe essere uno degli argomenti sul tavolo. Non ora pero’. “Noi – dice un ‘big’ del Carroccio – non ne stiamo parlando, e’ una cosa che non ci interessa per adesso”. Al momento il vicepremier leghista si pronuncia solo sul referendum sull’Atac previsto per domenica: “Invito tutti ad andare a votare poi – dice confermando l’intenzione di non alzare i toni – c’e’ modo e modo di votare, pero’ non voglio fare invasioni di campo”.

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