Grave stop rimborsi a pazienti allergici

14 luglio 2014

“Con circolare emanata il 9 giugno dal Dipartimento regionale per la Pianificazione Strategica, servizio 7 – Farmaceutica dell’Assessorato alla Salute, e’ stata disposta l’interruzione del rimborso ai pazienti allergici della spesa per la terapia con vaccini desensibilizzanti”. Lo dichiara Vincenzo Vinciullo, vice presidente vicario della commissione ‘Bilancio e Programmazione’ dell’Ars. “Una decisione – aggiunge – che toglie ai numerosissimi pazienti allergici, ed alle rispettive famiglie, affetti da rinite e da asma bronchiale, bambini e adulti, in corso di cura o che necessitano di intraprenderla, il sostegno del Servizio Sanitario Regionale senza alcuna valutazione dei danni e senza una proposta alternativa finalizzata a individuare soluzioni alternative, anche dal punto di vista della sostenibilita’ economica. Tale vergogna per i pazienti siciliani e’ inaccettabile, tanto piu’ che in alcuni soggetti, come ad esempio i pazienti con anafilassi da puntura di imenotteri, l’immunoterapia e’ un procedura terapeutica salvavita. Interrompere la rimborsabilita’ dell’Immunoterapia Specifica significa far cadere sulle spalle della famiglia del paziente tutto il costo della terapia, con il concreto pericolo, data la crisi economica in cui oggi versano tutte le famiglie siciliane, della rinuncia alla terapia stessa, rinuncia che determinerebbe un danno gravissimo ed irreversibile. Tant’e’ vero che nelle regioni Lombardia e Piemonte, il locale Governo regionale ha cambiato idea, ripristinando il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto del vaccino”.
“Con un’interrogazione parlamentare – prosegue Vinciullo – e con un ordine del giorno ho chiesto con forza che vengano valutate tutte le forme possibili di razionalizzazione ed appropriatezza prescrittiva delle immunoterapie iposensibilizzanti, rendendole erogabili in forma diretta dal Servizio Sanitario Regionale solo tramite dei ‘Centri Prescrittori’ individuati in tutte le Aziende Sanitarie Provinciali, modalita’ questa che, come avviene in altre Regioni, permette al Servizio Sanitario Regionale un alto contenimento della spesa (con abbattimento del costo della terapia), una razionalizzazione e un controllo della appropriatezza prescrittiva e della efficacia terapeutica”. “Una buona politica sanitaria – conclude Vinciullo – deve mirare non ad un taglio irrazionale, ma alla realizzazione di una modalita’ di presa in carico che per le patologie allergiche respiratorie in particolare – che riguardano il 25-30% della popolazione generale e che proprio a causa dell’altissima diffusione, inducono costi diretti e indiretti tra i piu’ alti in Italia – tuteli il paziente garantendo appropriatezza degli interventi diagnostico terapeutici, strumenti di prevenzione e, contemporaneamente, di controllo e di contenimento della spesa”.

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