Grillo contro Salvini: lo manderei a calci al Viminale

Grillo contro Salvini: lo manderei a calci al Viminale
Il comico Beppe Grillo
16 maggio 2019

“Ritengo le idee di Salvini allo stesso livello dei dialoghi di uno spaghetti western. Lo manderei a calci a fare il suo lavoro al Viminale…però siamo al governo, dobbiamo essere più consapevoli”. Lo afferma Beppe Grillo, in una intervista al settimanale ‘7’ in edicola domani.

Il fondatore del Movimento Cinque Stelle racconta perché è tornato al suo mestiere di origine, quello di attore: “Il mio ruolo è come quello dei primi stati dell`Apollo: fornisci la spinta, l`energia, poi ti stacchi un po`. C`erano solo due possibilità: continuare a essere il capo del Movimento oppure assumere la posizione del garante”. Le incursioni nel palazzo sono sempre più rare, ma non si dice deluso dalla politica: “È come stare sul traghetto mentre soffri il mal di mare”.

Grillo promuove Luigi Di Maio per l`accordo sull`Ilva e sulle elezioni europee dice: “Se andranno male devo sfiduciarlo? Quello che conta è non perderci, non la possibilità di perdere”. Di Carlo Calenda del Pd dice: “Uomo autoreferentialis, una specie di gigolò confindustriale”. Anche sull`immigrazione attacca il Pd e difende il governo: “Il Pd in cambio di una bella concessione per dare la mancetta elettorale da 80 euro a chi già lavorava, si è impegnato a trasformare l`Italia in un campo profughi. Poi è intervenuto Minniti, perché gli stava sfuggendo di mano il Mediterraneo, nell`indifferenza più assoluta. Adesso noi passiamo per razzistià e no, questa è una tragica giostra, ma bisogna starci sopra fino in fondo!”.

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In economia rifiuta l`aggettivo “pauperista” rivolto al governo per i nuovi sussidi di Stato e il no alle grandi infrastrutture: “Pauperista è uno dei termini più demenziali che ci siano”. Le battaglie cardinali restano “la lotta alla corruzione, il reddito di cittadinanza, le class action, la dignità dei lavoratori”. Sui vaccini dice: “E` ridicolo essere contro i vaccini in sé, ma decidere l`obbligo è una questione politica, non scientifica”. Infine, ecco la differenza tra il pubblico di un comizio e il pubblico di uno spettacolo: “Se fai un passo di lato davanti alla platea di un teatro si incazzano, e hanno ragione. La piazza, da noi, è un fenomeno sconosciuto perché non è raccontato da nessuno in modo corretto, cercano solo di sminuirla o di aumentarla di importanza, a seconda dei casi”.

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