Guaidò: sconcerto per posizione italiana. E l’Italia ora risponde: “Chiediamo nuove elezioni”

12 febbraio 2019

“Il governo italiano chiede al piu’ presto nuove elezioni presidenziali democratiche in Venezuela”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi in una comunicazione alla Camera sulla crisi nel paese venezuelano. Una sorta di “risposta” alla lettera-appello di Juan Guaidò, capo dell’opposizione venezuelana a Maduro, nonché presidente ad interim sostenuto da molti paesi occidentali, diffusa tra i media del nostro Paese, dato che il governo gialloverde non ha voluto prendere posizione nella vera e propria battaglia politica in corso in Venezuela. “Con profondo sconcerto – scrive Guaidò nella missiva – non comprendiamo le ragioni della posizione politica italiana. Non capiamo perché il Paese europeo a noi più vicino non prenda una posizione chiara e netta contro il dittatore Maduro e non chieda, con forza, libere elezioni, sotto l’egida della comunità internazionale, e lo sblocco degli aiuti umanitari”. “Non abbiamo cibo per sfamare i più poveri, gli anziani, le donne e bambini. Non abbiamo medicine per curare i nostri malati – ha aggiunto Guaidò – la nostra moneta perde valore, di giorno in giorno”.

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Intanto, il governo italiano apre le porte, ma non le braccia, a Juan Guaido’ e trova la quadra sulla crisi in Venezuela: bisogna “procedere – afferma una risoluzione Lega-M5S – nei tempi piu’ rapidi, alla convocazione di nuove elezioni presidenziali che siano libere, credibili e in conformita’ con l’ordinamento costituzionale”. La risoluzione sara’ presentata oggi dopo l’informativa con cui il ministro degli Esteri esprimera’ la posizione del governo sulla crisi in Venezuela. A ribadire l’importanza dell’appuntamento odierno e’ stato Matteo Salvini, che ha incontrato la delegazione inviata dall’autoproclamato presidente a interim e rivale di quello eletto, Nicolas Maduro.

“Non sono io a decidere chi fa il presidente del Venezuela ma ritengo mio dovere incontrare una delegazione del Parlamento venezuelano che e’ l’unico organismo legittimamente in carica visto che il presunto presidente Maduro non e’ presidente per la comunita’ internazionale”, ha aggiunto il vicepresidente del Consiglio dopo aver ricevuto Francisco Jose Sucre Giffuni, presidente della commissione Affari esteri dell’Assemblea nazionale venezuelana, Antonio Ledezma, ex sindaco metropolitano di Caracas e Rodrigo Diamanti, rappresentante europeo del Venezuela per gli aiuti umanitari. “Per quello che mi riguarda – ha detto Salvini, ieri sera a Porta a Porta – nella mozione di maggioranza sul Venezuela ci deve essere un riferimento concreto che non si governa con la violenza”.

Durante il faccia a faccia si e’ svolta una telefonata tra Guaido’ e Salvini, in cui quest’ultimo ha confermato “la dura presa di posizione nei confronti di Maduro ed il pieno sostegno al percorso costituzionale per arrivare al piu’ presto ad elezioni libere”. Il ministro dell’Interno, ha fatto sapere il Viminale, ha anche assicurato “la massima attenzione affinche’ venga salvaguardata l’incolumita’ di Guaido’ e della sua famiglia in questa fase di delicata transizione per il paese sudamericano”.

I venezuelani – secondo la stessa fonte – “hanno espresso riconoscenza a Salvini per la vicinanza e solidarieta’ dimostrate e l’attenzione per risolvere l’attuale crisi umanitaria che sta colpendo tutti i venezuelani e piu’ di 100 mila italiani che vivono in Venezuela”. La delegazione, che in Vaticano aveva in mattinata ricevuto ancora una volta la raccomandazione di una “soluzione pacifica alla crisi”, si e’ poi recata alla Farnesina, dove e’ stata accolta anche a nome del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Nicolas Maduro, intanto, ha avviato nello stato di Miranda, vicino Caracas, le esercitazioni militari ‘Bicentenario de Angostura 2019′, definite dallo stesso leader “le piu’ grandi della nostra storia”. Maduro incassato il sostegno dei Paesi della Comunita’ per lo sviluppo dell’Africa meridionale (Sadc), che conta conta 16 Stati membri: Angola, Botswana, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Swaziland, Lesotho, Madagascar, Malawi, Mauritius, Mozambico, Namibia, Seychelles, Sudafrica, Tanzania, Zambia e Zimbabwe.

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