Gualtieri debutta in Europa da ministro: “Sì a regole ma flessibilità”. Ma Dombrovskis avverte…

14 settembre 2019

Accolto con benevolenza dai colleghi europei, che gia’ lo conoscevano come presidente della Commissione ‘Econ’ dell’Europarlamento, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha esposto all’Eurogruppo di Helsinki le linee del governo Conte bis in materia di conti pubblici e si e’ impegnato a rispettare le regole di bilancio, ricevendo risposte ambivalenti sulla richieste di flessibilita’. Da un lato, per quanto riguarda quella prevista dalle norme europee, il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha avvertito che sono necessarie “valutazioni piu’ appprofondite” legate anche a una considerazione sull’attuale ciclo economico. Dall’altro, sulla proposta di modificare il patto di stabilita’ e crescita, fra i punti del programma del nuovo governo italiano su input del Capo dello Stato, il tema non e’ considerato prioritario da una buona parte dei partner, a partire dalla Francia, ed e’ probabilmente destinato ad essere rinviato.

Quando si parla di regole europee sui conti pubblici, ha detto Dombrovskis, ci sono due aspetti da tenere a mente: “da un lato la sostenibilita’ dei conti pubblici, dall’altro lo sviluppo economico. Serve un equilibrio fra questi due elementi”. Non solo la flessibilita’ e’ prevista dalle norme del patto di stabilita’ ma, ha ricordato, “e’ stata usata estensivamente, e in Italia piu’ ancora che negli altri paesi”. Per quanto riguarda gli investimenti “verdi” che l’Italia chiede di escludere dal calcolo del deficit, “quando c’e’ deficit, questo deve essere finanziato, e non si puo’ pretendere che non esista: le spese creano comunque debito. Dobbiamo piuttosto concentrarci su come trattare le spese pubbliche. Nei giorni scorsi, l’European fiscal board ha prodotto un rapporto in cui si parla della semplificazione e della modifica delle regole fiscali europee: ne parleremo sabato mattina”.

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A Helsinki e’ comunque apparso chiaro il cambiamento di clima nei confronti dell’Italia e piu’ in generale della situazione economica dell’Europa, con un’accresciuta attenzione alla crescita e alla necessita’ di investire, e una pressione speciale nei confronti dei paesi che hanno margine di bilancio, quindi la Germania. Il neo ministro italiano era molto atteso, diversi fra i suoi colleghi hanno espresso soddisfazione per avere a che fare con un governo “proeuropeo” anche se il ministro austriaco, Eduard Mueller, ha definito “interessante” la prospettiva di un negoziato “intraitaliano”, quello dei prossimi mesi fra Roma e il neo commissario economico Paolo Gentiloni che sara’ chiamato a fare le pulci ai conti pubblici italiani. E se Gualtieri ha fatto parte i partner dell’adesione dell’Italia alla coalizione dei 40 ministri finanziari per la lotta al cambiamento climatico, modificando cosi’ la posizione dell’Italia che fin qui aveva scelto di non partecipare all’iniziativa, nel corso di un incontro bilaterale con il ministro tedesco Olaf Scholz e’ emerso l’impegno comune di chiudere entro la prossima riunione di ottobre l’accordo sull’introduzione del FTT (Financial Transaction Tax), la tassa sulle transazioni finanziarie.

Con il francese Bruno Le Maire ha condiviso la necessita’ di riportare l’Europa su un percorso di crescita puntando sugli investimenti; ma in vista della discussione di domani sulla periodica revisione delle regole di bilancio del Fiscal Compact, il rappresentante del governo francese ha detto di essere “molto prudente quanto si parla di modificare le regole. Il tempo e’ prezioso, e se si aprisse una discussione su questo, passeremmo tutto il nostro tempo su un dibattito difficile e lungo. Meglio dedicarci a quanto, come e dove investire: per la crescita serve un piano europeo di investimenti in innovazione piu’ ambizioso del piano Juncker”. Secondo Le Maire, questo conviene nono solo all’economia, ma “alla stessa sovranita’ europea: senza investimenti, tutte le nuove tecnologie, che costano care, verranno da Stati Uniti e Cina”.

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