Guccini: Osteria delle Dame può esistere oggi, ma servono leader

Guccini: Osteria delle Dame può esistere oggi, ma servono leader
27 ottobre 2017

Un rifugio dove ci si radunava per suonare e cantare ma non solo, un luogo di ritrovo entrato nella storia della musica italiana perché tassello fondamentale della storia di Francesco Guccini cantautore: tutto questo è l’Osteria delle Dame, locale di Bologna da lui fondato insieme a padre Michele Casati nel 1979, che dà il nome a una raccolta di concerti mai pubblicati e registrati proprio lì nei primi anni Ottanta in uscita in un cofanetto il prossimo 3 novembre con il titolo “Osteria delle Dame”. E proprio lì Guccini ha ricordato quel periodo irripetibile, incontrando la stampa per presentare la nuova raccolta: l’Osteria ora rivivrà come casa della canzone d’autore di cui il cantautore ha di diritto la tessera numero uno di socio onorario. “Verrò qui per danzare, mi sono dato alla danza” ha scherzato. Qui si svolgeranno conferenze, incontri, presentazioni di dischi.

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“Quando sono venuto qui dopo 47 anni, sono tanti, mi sono anche commosso perché ho ricordato queste volte così strane, questa enorme colonna che regge tutto quanto, tutta la gente che c’era, molti non ci sono più. Qualche amico mi ha detto che bello vedersi così in tanti come una volta e non siamo a un funerale” ha detto Guccini. “Eravamo tutti giovani intorno ai 30 anni, le ragazze che ricordo tutte belle, giovanissime sui 20 anni, era un bel periodo Bologna, era molto diversa, una città che non andava a letto. C’erano due locali aperti per 24 ore al giorno, chiudevano solo per le pulizie tra le tre e le quattro di notte, si andava in stazione quando chiudeva l’osteria, prendevi caffè e giornale. Erano altri anni, in un certo senso ci si chiudeva entro, fuori restava la bella Bologna di allora, mi dicono che è molto cambiata, che è diventata una città dove non è consigliabile di andare di notte alla stazione, allora fumavo ora sono due mesi e quattro giorni che ho smesso. Non sono molto felice ma ho fatto questa scelta, qua tutti fumavamo e non ci si vedeva quasi più, allora ci vedevo bene, si invecchia, è una specie di rimpatriata e va bene così” ha aggiunto. “Questi nastri non sono ritrovamenti come i rotoli del mar Morto, hanno un’importanza diversa, ma sono simpatici e molto freschi. Ascoltandoli mi sono divertito molto, ho però il timore che queste parole sentite la prima volta siano simpatiche ma alla quinta si dica basta” ha aggiunto.

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È l’occasione per ricordare tanti aneddoti di allora, l’amico musicista argentino Flaco che “mi veniva voglia di picchiare perché era troppo più bravo di me”, “i suonatori che facevano i Beatles, le ragazze bellissime di quel periodo come solo a venti anni si può essere, gli amici di carte come Giulio, uno che non ci è mai riuscito di battere aveva più culo che anima, ci ha fatto arrabbiare, gli osti come il moretto che ora è bianchetto perché gli anni passano per tutti”. Tutto è successo all’Osteria delle Dame, un luogo che non c’è più ma che non è detto che non possa esistere ancora. “Può esistere, c’è bisogno di alcune persone leader in un certo senso, vedo che la gente si raduna ancora, però bisogna che si mettano insieme queste cose, che ci siano studenti universitari, che sia una città universitaria, che vengano studenti fuori sede è meglio, sono sempre i più liberi dai vincoli familiari e amavano molto di più stare fuori di notte, è difficile trovare quella atmosfera quel tipo di gente che c’era allora” ha detto Guccini.

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