Helen Mirren: la mia Woman in gold, le donne e… Kurt Cobain (video)

Helen Mirren: la mia Woman in gold, le donne e… Kurt Cobain (video)
3 ottobre 2015

Settant’anni portati con orgoglio ed eleganza, una carriera iniziata in teatro nel 1965 all’Old Vic di Londra che è proseguita sullo schermo con interpretazioni straordinarie come quella di “The Queen”, che le ha fatto vincere l’Oscar, e una freschezza che la fa sembrare ancora una diciottenne. Si presenta così Helen Mirren, in Italia per presentare il suo ultimo film “Woman in gold”, di Simon Curtis, che racconta la vera storia di Maria Altmann, discendente di una ricca famiglia ebrea viennese depredata di tutti i suoi beni dai nazisti. 50 anni dopo la sua fuga dalle persecuzioni la donna intraprende una battaglia legale contro il governo austriaco e riesce, con una sentenza della Corte Suprema americana, a riottenere le opere d’arte della sua famiglia, e in particolare il ritratto fatto da Klimt all’amata zia Adele Bloch-Bauer. “In qualche modo questo film mi ha riportato alla generazione dei miei genitori, mi ha fatto vivere in quel periodo così buio… Oggi vediamo con i rifugiati siriani, per esempio, che purtroppo le cose si ripetono. Fare un film così per me è importante perché non si dimentichi quello che è successo”. Attrice amatissima dai registi di tutto il mondo, la Mirren ha vinto Emmy, Golden Globe, 2 premi a Cannes e una Coppa Volpi a Venezia. Ma sottolinea: “Come attrice posso dire che non è importante cercare nuovi ruoli per le donne al cinema, bisogna lavorare per cambiare il ruolo delle donne nella società, il resto è una conseguenza. Greta Garbo si ritirò dalle scene a 38 anni, oggi a quell’età attrici come Nicole Kidman, Cate Blanchett, Jennifer Aniston sono al top della carriera: questo vuol dire che c’è stato un grosso cambiamento”. Per la Mirren anche il tempo che passa per le donne non può essere un dramma. “Tutti amano la bellezza e la gioventù, anche io amo la bellezza. Ma nella vita hai due scelte: o muori giovane o invecchi e io non voglio morire giovane, sono troppo curiosa della vita. La vita è straordinaria, mi dispiace così tanto per Kurt Cobain: pensate che è morto prima di Internet, non ha conosciuto i Gps, che io adoro! Non credo ci siano segreti, ma la cosa importante è nutrirsi delle innovazioni, coltivare l’idealismo e promuoverlo tra i giovani”.

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