Iaccarino del Don Alfonso agli aspiranti chef: “Siate umili”

21 giugno 2017

L’anno scolastico chiude i battenti anche per gli allievi del master della Cucina italiana di Creazzo, nel Vicentino. Ma la formazione dei futuri chef non finisce qui. Anzi ora inizia la vita vera dietro i fornelli, quelli dei più prestigiosi ristoranti italiani, dall’Osteria Francescana di Massimo Bottura al Da Vittorio dei fratelli Cerea, solo per citare alcune delle cucine che attendono questi ragazzi. 16 in tutto, 2 donne e il resto uomini, per questa quinta edizione del master che ha visto la partecipazione in veste di docenti di 24 chef che insieme collezionano 33 stelle Michelin. A chiudere in bellezza il percorso di studi, Alfonso Iaccarino, patron del due stelle Don Alfono di Sant’Agata sui Due Golfi, che a questi aspiranti chef sente di dover dare un consiglio .”Negli ultimi tempi c’è una crescita di domande per entrare nelle nostre cucine di tanti giovani, ma io dico questo è un lavoro molto sacrificato che bisogna amare, non bisogna guardare principalmente al fatto che si diventa personaggi pubblici. Sono gli altri che devono sceglierti come tale non pensare che tu sei diventato importante la prima cosa è l’umiltà”.

Iaccarino a conclusione di questo percorso durato 5 mesi ha tenuto una lectio magistralis dal titolo Quando il cibo è vita, un tema chiave anche per chi come lui fa cucina a livelli molto alti come ci ricorda Sergio Rebecca, presidente del comitato scientifico del master: “Credo che sia una delle più grandi icone della cucina italiana non solo per quello che nel suo ristorante viene offerto ma per il sistema coordinato di ospitalità, albergo ristorante e una passione straordinaria per gli ingredienti”. Per i 16 allievi del master incontrare e lavorare gomito a gomito con chef come Iaccarino, Massimiliano Alajmo, Giovanni Santini o Corrado Assenza è una occasione per apprendere e crescere professionalmente come riconoscono loro stessi: “Grazie ai nostri insegnanti abbiamo imparato a esprimerci e a dare il nostro meglio in questo lavoro, ad amare il nostro essere e il nostro mestiere. Qui al master è stata un’esperienza importante a livello di pensiero, idee, mi aspetto ancora di trovare tantissimi stimoli. Per me sono stati una formazione fondamentale prima di questa ero più un’autodidatta e senza questa prima parte non sarei stata pronta per andare in nessuno stage, è una delle esperienze più belle della mia vita”. Le loro parole sono una conferma degli obiettivi che i docenti si sono dati come raccontano le parole dello chef Marco Perez: “Vogliamo che i ragazzi abbiamo la possibilità di toccare con mano e mente il modo di pensare molto diverso spesso tra professionisti che rende ricco il modo di pensare la cucina da parte dei ragazzi”.

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