E’ sempre in vetta alla classifiche l’ultimo libro del Premio Pulitzer 2014, Donna Tartt, un’opera mastodontica di quasi novecento pagine che racchiude in sé la potenza di chi non cede al volere delle case editrici e sforna un libro o più all’anno. Il cardellino della Tartt è stato scritto, infatti, nell’arco di dieci anni, esattamente come era accaduto per le sue due opere precedenti Dio di illusioni (1992) e Il piccolo amico (2002), entrambi editi da Rizzoli. Il cardellino è un romanzo di formazione e un thriller assieme, un percorso che si snoda attraverso le pagine seguendo la vita del protagonista Theodor e delle sue vicissitudini; un libro di enorme potenza che, come già accennato, ha permesso alla sua autrice di vincere il Pulitzer per la narrativa.
La trama de Il cardellino
Theo Decker ha appena tredici anni. Vive a New York con la madre, una donna molto colta e solitaria, mentre il padre, un ex attore di Broadway, è un alcolizzato quasi completamente assente dalla vita del figlio. Mentre la mamma e il ragazzo sono assieme ad una mostra sull’arte fiamminga, ammirando il piccolo e prezioso lavoro di Carel Fabritius, Il cardellino, un ordigno esplosivo fa saltare in aria il palazzo. La madre di Theo muore, ma lui e il quadretto sopravvivono. Senza un posto dove andare, Theo viene ospitato momentaneamente a casa di un compagno di classe molto ricco, che abita addirittura a Park Avenue. Questo radicale cambiamento, unito alla nostalgia per l’amata madre, lo fanno sprofondare in un abisso di tristezza, dal quale riesce ad emergere solo attaccandosi a quell’immagine del cardellino, l’unica cosa che capace di farlo stare un po’ meglio. Ma quando vittima di se stesso, dedito ormai all’autodistruzione, comincerà a bazzicare luoghi e persone losche, si troverà invischiato in una situazione molto più grande di lui, dove la posta in gioco sarà proprio il suo amato quadro.
Editore Rizzoli; Romanzo di formazione/Thriller; 20,00 euro; pagg. 892
