Fondo salva Stati divide la maggioranza. E’ scontro M5s-Pd. Renzi: “Questa barzelletta del Mes deve finire”

Fondo salva Stati divide la maggioranza. E’ scontro M5s-Pd. Renzi: “Questa barzelletta del Mes deve finire”
Giuseppe Conte
15 aprile 2020

E’ scontro aperto nella maggioranza sul Mes. In pratica, il fondo salva Stati messo a disposizione dall’Europa per contrastare l’emergenza Coronavirus, sta mettendo a dura prova anche la tenuta del governo. In particolare, il Movimento 5 stelle, contrario alle risorse Ue, accusa il Pd, favorevole, di “mettere in discussione la linea del governo e del presidente del Consiglio Giuseppe Conte”. All’attacco anche i due capigruppo M5S, Davide Crippa e Gianluca Perilli, secondo cui il Mes è uno “strumento inadeguato. “Se il Pd vuole il Mes deve tornare alleato di Berlusconi”, si spinge a ipotizzare la senatrice M5S Barbara Lezzi. Dal Pd replicano i due capigruppo, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, difendendo la posizione del partito e allo stesso tempo assicurando che non è in atto alcun tentativo di delegittimazione di Conte o del governo. “Non si mette in discussione nulla, abbiamo solo detto che se non ci sono condizioni capestro il nostro Paese deve utilizzare tutte le risorse, non capisco perché non utilizzare il fondo se c’è bisogno”, dice Delrio.

“Il Mes è una disponibilità, secondo me, un successo del nostro Paese” aver ottenuto la possibilità di utilizzare risorse per la sanità “senza condizionalità”, prosegue Delrio. “Il governo dirà se ne avrà bisogno o meno, certo non potrà dire che non ne ha bisogno e poi non finanzierà alcune cose perché non ci sono le risorse. Non buttiamo a mare la disponibilità di miliardi per la nostra sanità”. Anche Italia viva è della stessa linea di Forza Italia e Pd sul Mes. Eloquente lo stesso leader Matteo Renzi: “Questa barzelletta del Mes deve finire. Il Mes senza condizionalità significa che ci danno 37 miliardi di euro a condizioni migliori di qualsiasi altro prestito e questi 37 miliardi vanno ai cittadini italiani – puntella l’ex premier -. Quando grillini e leghisti fanno polemica sul Mes vi stanno prendendo in giro: il Mes è una cosa che aiuta l’Italia e l’Italia userà i 37 miliardi del Mes”. Infatti, anche l’opposizione è divisa. Se Forza Italia, come detto, è favorevole al fondo salva Stati, in quanto, per dirla con Silvio Berlusconi “non va demonizzato”, i sovranisti non ne vogliono sentir parlare.

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“Non esiste il Mes senza condizioni – tuona il leader della Lega, Matteo Salvini -. È un fondo istituito da un Trattato, Berlusconi e Prodi possono dire quello che vogliono ma i trattati si leggono”. “Spero di essere smentita ma oggi sono convinta che la linea di credito senza condizionalità del Mes per le spese sanitarie rischi di essere un ‘cavallo di Troika’ – rincara la dose la leader di FdI, Giorgia Meloni -. Se non restituisci i soldi che chiedi in prestito come dicono loro e nei tempi che stabiliscono, e indipendentemente dalla difficoltà che hai, puoi ritrovarti lo stesso la Troika dentro casa. Se non stiamo attenti, è questo quello che può succedere”. Uno scenario che sta mettendo sempre più nel caos lo stesso capo del governo, Giuseppe Conte in vista dell’accordo finale che dovrebbe arrivare dal Consiglio europeo del 23 aprile, e per il quale è impegnato in una ardua trattativa. Nona casa il governo evita il voto sul Mes. Non si svolgeranno infatti le consuete comunicazioni alle Camere del presidente del Consiglio, in vista del Consiglio europeo del 23 aprile, chiamato a decidere quali strumenti l’Europa debba mettere in campo per aiutare gli Stati membri travolti dalla crisi economica causata dall’emergenza Coronavirus.

La Conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha stabilito che il premier svolgerà soltanto “una informativa sulle iniziative adottate in sede europea per fronteggiare la crisi economica”. Il capo del governo interverrà in aula dunque, ma l’assemblea non potrà definire, attraverso un voto, un indirizzo su un argomento come il Mes che continua a dividere la maggioranza. Un voto infatti è previsto solo in caso di “comunicazioni del governo” come stabilito dall’articolo 118 del regolamento della Camera: “In occasione di dibattiti in Assemblea su comunicazioni del Governo o su mozioni, ciascun deputato può presentare una proposta di risoluzione, che è votata al termine della discussione”.

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