Ilva, da inchiesta giudiziaria a rischio chiusura. Ai sindacati preoccupa “contratto” Lega-M5s

Ilva, da inchiesta giudiziaria a rischio chiusura. Ai sindacati preoccupa “contratto” Lega-M5s
21 maggio 2018

L’Ilva avvolta dei nodi. Quelli dell’inchiesta giudiziaria dopo l’incidente mortale di giovedi’ scorso, vittima un operaio 28enne dipendente di un’impresa appaltatrice; quelli della prospettiva dell’azienda, visto che Cinque Stelle-Lega, col contratto di governo, vogliono chiuderla, cosi’ almeno dice M5S; quelli della trattativa con nuovo acquirente Arcelor Mittal. La morte di Angelo Fuggiano, colpito alla spalla da una carrucola mentre provvedeva a sostituire un cavo ad una gru degli sporgenti portuali e’ stata sicuramente un colpo gravissimo. Per come la tragedia e’ maturata, per la giovane eta’ della vittima e per il contesto complessivo, gia’ molto problematico, in cui e’ avvenuta. Se ieri il problema centrale era il futuro dell’Ilva, mettendo al primo posto il suo risanamento ambientale, adesso e’ soprattutto la sua sicurezza. L’incolumita’ di chi ci lavora. Il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, chiede che si faccia una verifica sullo stato di tutti gli impianti: “se sono insicuri, vanno sequestrati, fermati, in modo da vedere cosa non va”. E anche la Uilm, in una lettera aperta al presidente Sergio Mattarella, dice che “una fabbrica non piu’ in grado di garantire il diritto alla salute e all’occupazione, e soprattutto l’incolumita’ della vita di chi ci lavora, e’ una fabbrica che non ha piu’ ragione di esistere”.

Sindaco di Taranto: “Sono i giorni del dolore, non possiamo più perdere tempo”

Ma tutela della sicurezza, risanamento ambientale e agibilita’ dell’acciaieria sono aspetti che non possono essere scissi tra loro. Ed e’ evidente che solo l’avvio di un massiccio piano di investimenti, gia’ in ritardo sulle necessita’ impellenti, potrebbe consentire all’Ilva di uscire da una stasi che sta diventando sempre piu’ pericolosa. L’incidente mortale, infatti, ha dato ulteriormente la percezione che solo con una svolta si puo’ ridare “ossigeno” ad un’azienda paurosamente in bilico, in amministrazione straordinaria, bloccata da anni di difficolta’ (basti pensare a quanto derivato dall’inchiesta giudiziaria di luglio 2012 per i reati ambientali) e ora anche con la cassa quasi all’asciutto e con gli stipendi dei prossimi mesi a rischio. “Sono i giorni del dolore – commenta il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci – ma sono anche i giorni che debbono farci prendere delle decisioni perche’ non possiamo piu’ perdere tempo”. Non perdere tempo ma per fare cosa? Il sindaco di Taranto, Confindustria Taranto col suo presidente Vincenzo Cesareo, i sindacati, concordano che si debba uscire dal guado. Mittal e’ l’unico investitore che c’e’, ha vinto una gara un anno fa, ha avuto il 7 maggio scorso il via libera dell’Unione Europea, ed e’ con lui che bisogna confrontarsi tenendo ferme le priorita’. Appunto salute, ambiente, lavoro. C’e’ pero’ un ostacolo su questa strada ed e’ che Mittal con Am Investco – la societa’ che ha vinto la gara per l’Ilva – non intende assumere piu’ di 10mila addetti mentre tutti i dipendenti di Ilva sono poco meno di 14mila.

Cosa prevede sull’Ilva il contratto Lega-M5s

Il ministro Carlo Calenda aveva provato a tracciare una via d’uscita: 10mila a Mittal, 1200 una societa’ mista Ilva-Invitalia, il resto coperti da cassa integrazione straordinaria e bonus per l’esodo volontario e incentivato. Ma i sindacati – Usb e Fiom Cgil in testa, cui si e’ poi unita anche la Uilm mentre la Fim Cisl avrebbe voluto trattare ancora – questa proposta l’hanno respinta. E ora, bloccato il confronto al Mise, sindacati e Mittal provano a trovare la quadra da soli. Si sono gia’ visti – i sindacati hanno ribadito l’assunzione di tutti -, si rivedranno ancora, ma non e’ semplice trovare l’accordo. In ogni caso, con o senza intesa con i sindacati, Mittal, col contratto firmato e il via libera europeo, e’ legittimato ad entrare in fabbrica e ad assumerne la guida, cosa che fara’ prima dell’estate. In tutto questo, pero’, c’e’ la variabile politica e governativa. Il contratto tra Cinque Stelle e Lega affronta anche la questione Ilva e dice: chiusura delle fonti inquinanti, bonifica ambientale, tutela dei posti di lavoro, riconversione dell’economia. Una formula che sembrava un po’ vaga ma che ieri il blog delle stelle, voce ufficiale del movimento, ha spiegato: “Nel contratto c’e’ scritto chiaramente che si lavorera’ per la chiusura dell’Ilva”. E cosi’ Calenda e il vice ministro Teresa Bellanova hanno detto di essere pronti “a convocare immediatamente il tavolo per evitare la piu’ grossa deindustrializzazione del Sud degli ultimi decenni”.

Fim, Fiom e Uilm molto preoccupati della posizione pentastellata

Molto preoccupati della posizione pentastellata si dicono Fim, Fiom e Uilm, che domani comunque andranno all’incontro promosso a Taranto dai parlamentari Cinque Stelle per capire come stanno le cose. I sindacati non vogliono la chiusura, non ritengono che la riconversione possa tutelare tutti i posti di lavoro tra Ilva e indotto (15mila solo a Taranto), e rilanciano sulla proposta che tiene insieme risanamento ambientale, salvaguardia dei posti di lavoro e rilancio produttivo. Stessa linea anche per Comune e Confindustria Taranto. Domani, infine, tornando all’incidente mortale dei giorni scorsi, dovrebbe svolgersi un nuovo vertice in Procura a Taranto. Dopo il rapporto consegnato al magistrato da Capitaneria di porto e Spesal, delegati alle indagini, sono partiti sei avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti indagati per il reato di concorso in omicidio colposo. Coinvolti, tra gli altri, il titolare della Ferplast, Luca Palma, e il direttore del siderurgico di Taranto, Ruggero Cola. Ai sei indagati – quattro di Ferplast e due di Ilva – e’ contestata l’accusa di aver “cagionato per negligenza, imperizia e imprudenza e con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la morte di Fuggiano Angelo Raffaele, operaio della ditta Ferplast”.

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