Ilva, nuova bufera tra denuncia di Emiliano e indagine Anac

Ilva, nuova bufera tra denuncia di Emiliano e indagine Anac
12 luglio 2018

L’Ilva di nuovo nella bufera dopo che due giorni fa, al Mise, era sembrata che potesse delinearsi una prospettiva diversa. Ad appena 48 ore dalla richiesta del ministro Luigi Di Maio ad Arcelor Mittal di potenziare e migliorare gli aspetti ambientali e occupazionali del piano finalizzato ad acquisire l’azienda siderurgica in amministrazione straordinaria, la decisione di Di Maio di girare tutto il dossier Ilva all’Autorita’ Anticorruzione, presieduta da Raffaele Cantone, rischia di far vacillare un equilibrio fragile.

Il dossier trasmesso da Di Maio a Cantone e’ quello relativo alla gara di aggiudicazione che, lanciata a gennaio 2016 dai commissari Gnudi, Carrubba e Laghi, a giugno del 2017 e’ giunta all’approdo ed ha visto Am Investco, la societa’ di Arcelor Mittal e Marcegaglia, battere la concorrenza di Acciaitalia dove erano Jindal, Cassa Depositi e Prestiti, Arvedi e Del Vecchio. Di Maio ha girato tutto a Cantone perche’ nelle scorse ore il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, gli ha scritto una lettera paventando possibili irregolarita’ nella gara conclusasi 13 mesi fa. Un atto dovuto quello di Di Maio, che ieri sera, annunciando di aver ricevuto la lettera da Emiliano, ha commentato: prendiamo atto. E nel giro di alcune ore ha compiuto il passo successivo, ovvero la trasmissione dei documenti all’Anac. Non e’ la prima volta che si tira in ballo la regolarita’ della gara che ha visto Arcelor Mittal prevalere su Acciaitalia.

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I due gruppi, piu’ di un anno fa, si dettero battaglia e Acciaitalia, una volta appresa l’offerta di Mittal, cerco’ di rilanciare in extremis migliorando la propria proposta, soprattutto dal punto di vista economico. Ma trovo’ la strada sbarrata da Calenda che, forte di un parere dell’Avvocatura dello Stato, disse che non si potevano riaprire i giochi. Si sarebbe cosi’ inficiata la legittimita’ e la regolarita’ della gara di aggiudicazione, disse l’allora ministro dello Sviluppo economico, e si sarebbe fatto un grosso danno alla credibilita’ del Paese.  Aggiudicata l’Ilva ad Am Investco, piu’ volte sia Emiliano che il deputato Pd Francesco Boccia, vicino al governatore pugliese, hanno espresso dubbi e accuse a proposito della gara. Ma, anche perche’ era in carica il Governo di cui Calenda era ministro, quei dubbi e quelle accuse di Emiliano e Boccia non avevano trovato sponda. Adesso, cambiato il Governo, Emiliano – che ha fatto nel frattempo una serie di aperture all’M5S – torna alla carica e Di Maio raccoglie e da seguito alla sua lettera.

Sia l’allora ministro Calenda che l’allora vice ministro Mise, Teresa Bellanova, hanno spiegato piu’ volte perche’ alla fine si scelse Am Investco anziche’ Acciaitalia. La societa’ in cui Mittal e’ leader offriva di piu’ come prezzo di acquisto: 1,8 miliardi di euro contro 1,2 di Acciaitalia. Seicento milioni di differenza quindi. Circa l’occupazione, poi, e’ vero che Acciaitalia annunciava piu’ occupati ma con livelli retributivi piu’ bassi rispetto a quelli prospettati da Am Investco. E in quanto alla decarbonizzazione del ciclo produttivo, tema piu’ volte sollevato da Emiliano negli ultimi due anni, l’impegno di Acciaitalia non era affatto immediato ma collocato piu’ in la’ nel tempo. In definitiva, la proposta di Am Investco, tra investimenti ambientali per 1,1 miliardi, industriali per 1,2 miliardi e prezzo di acquisto per 1,8 miliardi, e’ sembrata a Governo e commissari piu’ convincente e piu’ valida rispetto a quella di Acciaitalia. Da rilevare, poi, che il miliardo e 800 milioni del prezzo di acquisto servira’ a pagare i debiti accumulati da Ilva, giudicata insolvente dal Tribunale di Milano prima di finire in amministrazione straordinaria nel gennaio 2015, ed e’ gia’ noto che con questa somma solo una parte delle esposizioni potra’ essere sanata.

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Creditori privilegiati, prededucibili e lo Stato anzitutto. Molti altri creditori, tra cui tante imprese dell’indotto, resteranno invece fuori. Per loro, la possibilita’ di rientrare nei crediti maturati verso Ilva per lavori fatti prima dell’amministrazione straordinaria, e’ ridotta al lumicino o quasi.Emiliano, poi, solleva a Di Maio un problema di Antitrust in Europa con l’aggiudicazione di Ilva a Mittal. Questo problema, pero’, e’ stato gia’ risolto ai primi di maggio, nel senso che l’Unione Europea ha dato il via libera a Mittal nuovo proprietario di Ilva a condizione che lo stesso Mittal si liberi di una serie di impianti, e di relativa capacita’ produttiva, in Europa. Questo per non diventare un monopolista con l’acquisizione di Ilva. Una cura dimagrante che Mittal ha accettato pur di mettere mani sullo stabilimento siderurgico piu’ grande d’Europa. Il tema della concorrenza di mercato, quindi, non sussisterebbe piu’ dopo l’intervento regolatorio di Bruxelles.

E allora? Spiega una fonte sindacale coinvolta nella trattativa: “Si cerca di creare ostacoli quando si intravvede un possibile percorso positivo. Due giorni fa, al Mise, ci si e’ lasciati con l’impegno di lavorare ad una soluzione ma questo, evidentemente, non piace a qualcuno. Gioco di sponda tra Emiliano e Di Maio? Il ministro non poteva fare diversamente, doveva trasmettere il dossier all’Anac. E se per caso l’Anac dovesse dire – ma non accadra’ – che la gara di Ilva e’ stata viziata da irregolarita’, Emiliano gli avra’ tolto le castagne dal fuoco, anche rispetto s quella parte del movimento che vuole la chiusura della fabbrica, perche’ il ministro a quel punto dira’: vedete che ha detto l’Anac? La responsabilita’ e’ di chi mi ha preceduto, non mia”. Nessuna reazione, per ora, da Mittal. “Penso che ormai abbiano fatto l’abitudine a quanto accade in Italia, non si meravigliano piu’ – prosegue la fonte sindacale -. Loro vogliono investire su Ilva, ma alla fine se l’operazione salta, ne traggono un vantaggio perche’ eliminano dalla scena un concorrente da 8-10 milioni potenziali di produzione e mettono le mani su un mercato, il nostro, che ne vale molto di piu’. E Mittal serve gia’ molti clienti italiani”. Sull’intervento dell’Anac nella gara Ilva, non nutre infine preoccupazioni l’ex ministro Calenda. “Qualsiasi ulteriore verifica di legalita’ e conformita’ alle norme, e’ benvenuta” commenta.

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