Ilva, rischio spegnimento da 9 gennaio. Scontro Calenda-Emiliano

Ilva, rischio spegnimento da 9 gennaio. Scontro Calenda-Emiliano
Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda (s) e il governatore della Puglia, Michele Emiliano
20 dicembre 2017

Il rischio di uno spegnimento degli impianti dell’Ilva di Taranto a partire dal 9 gennaio si fa più concreto. Il tavolo istituzionale organizzato dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, per affrontare alcuni punti punti con gli enti locali, in particolare legati agli aspetti ambientali, si è concluso male. E ha portato ad un nuovo acceso scontro tra il governatore della Puglia, Michele Emiliano e Calenda. Se sindaco di Taranto e governatore della regione Puglia non ritireranno il ricorso al Tar contro il Dpcm che contiene il Piano ambientale, ha sottolineato il ministro al termine del tavolo cui erano presenti anche i sindacati, l’investimento della cordata guidata di ArcelorMittal da 2,2 miliardi potrebbe saltare. Per Calenda infatti non basta il ritiro della misura cautelare per il quale il sindaco di Taranto, Melucci, si è detto diponibile e anche Emiliano, se pur in maniera meno esplicita. Il fatto che resti in piedi il giudizio di merito vorrebbe dire “una spada di Damocle di almeno 2 anni e mezzo sull’Ilva”. “Questo – ha detto Calenda – aprirebbe uno scenario nuovo con la richiesta di un addendum contrattuale da parte di ArcelorMittal che chiede allo Stato una garanzia di oltre 2,2 miliardi” nel caso di vittoria dei ricorrenti. “E io – ha incalzato Calenda – non posso buttare 2,2 miliardi di soldi dello Stato per il ricorso della Regione Puglia e del sindaco di Taranto”. “Io – ha detto Calenda – mi fermo qui. Poi ognuno si assumerà le sue responsabilità”.

Leggi anche:
Editori digitali, Sebastiano Di Betta riconfermato presidente della Fed

Ma per Emiliano quella di Calenda di oggi “è stata una sceneggiata”, “una crisi di nervi dopo uno scambio di messaggi al tavolo con De Vincenti”. Per il governatore il tavolo può andare “avanti anche senza di lui visto che è un ministro pro tempore e fa solo da mediatore”. Infatti quelle della chiusura dell’Ilva a causa del ricorso e dell’abbandono da parte della cordata Am Investco sono “stupidaggini”. Una reazione cui sia De Vincenti sia Calenda hanno subito risposto parlando di dichiarazioni scomposte da parte di Emiliano la cui volontà di non arrivare ad una conclusione era chiara sin dall’inizio. Più cauta la posizione del Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che ha detto di volere ritirare la richiesta di sospensiva in maniera da evitare l’avvio dello spegnimento ma per il momento di ufficiale non c’è nulla. Unanime invece la posizione dei sindacati preoccupati per i 20mila posti di lavoro coinvolti nella vicenda tra diretti e indotto. Tutti hanno invitato a ritirare il ricorso e non solo la sospensiva. In particolare uno dei punti del contendere è la gestione e valutazione del danno sanitario dopo che sono arrivare maggiori garanzie sulla copertura dei parchi. Emiliano chiede che la Valutazione sia basata su criteri regionali mentre il ministro Calenda sostiene si basi su criteri nazionali così come sancito dalla Costituzione.

Leggi anche:
Pensioni, oltre la metà ha un importo mensile sotto i 750 euro

Per quanto riguarda le tempistiche ha poi detto il ministro, queste sono rimaste sostanzialmente invariate ma da adeguare alla data di subentro dell’investitore, che come previsto dalla normativa europea è l’unico soggetto autorizzato ad implementare – ha precisato – che la quasi totalità degli interventi sarà completata entro il 2020 compresa la copertura dei parchi minerari e fossile. Sono state inoltre illustrate al tavolo dai commissari le osservazioni accolte integralmente o in parte fatte dagli enti locali. In particolare per quanto riguarda la copertura dei parchi di Ilva, pari a “28 campi di calcio” ha detto Calenda, si è deciso l’anticipo comprendendo sia quelli follisi che minerari questi ultimi in partenza il primo febbraio e gli altri con sei mesi di scarto. Nel corso della riunione si sono inoltre analizzati anche gli aspetti dei crediti da parte delle aziende di appalto e indotto ed il ministro Calenda ha esortato, a fronte della sussistenza delle risorse economiche, i commissari straordinari a provvedere al pagamento di quanto scaduto.

Leggi anche:
Pensioni, oltre la metà ha un importo mensile sotto i 750 euro

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti