Immagini e musica insieme per “suonare” con Phlay

20 settembre 2017

Le immagini si muovono al ritmo della musica, si concentrano e dilatano, rallentano e accelerano. Chi di noi non si è mai lasciato andare a una creazione visiva accesa dalla musica? Partendo dai propri sogni o ricordi, associandoli a melodie amate? “Phlay” è tutto questo. Una nuova applicazione, ideata e realizzata da una mente napoletana, che con pochi click su uno smartphone consente di diventare un micro-regista e condividere la propria opera senza bisogno di alcun montaggio. Fusione di photograph e play (nel duplice significato di giocare e suonare ) con l’aggiunta di piccoli punti che rendono l’idea del movimento, Phlay è il frutto di un lavoro iniziato nell ottobre del 2014. Un’idea perseguita con tenacia da Mario Amura che con Armando Ferrigno fonda una start-up raccogliendo intorno a sé una squadra di oltre 30 persone tra ingegneri, sviluppatori, designer, creativi, film maker, product manager, esperti di informatica e di social network.

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Askanews lo ha intervistato in esclusiva a due giorni dal lancio ufficiale sulla piattaforma di Google Play in programma, gratuitamente, il 22 settembre. Da dove nasce l’idea di un’app che nessuno era mai riuscito a realizzare? “Phlay è nata per rispondere a un’esigenza personale, quella di realizzare video attraverso una logica semplice, divertente, con le migliaia di fotografie che tutti i giorni scattiamo con i nostri cellulari. “Phlay è un ibrido tra un gioco e un programma di montaggio. L’utente scatta le fotografie, o le seleziona dalla propria libreria, sceglie la musica preferita e ascoltandola sincronizza con il proprio smartphone in tempo reale un video con musica ed immagini”.

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Provare l’applicazione è entusiasmante. Con pochi semplici gesti sul touch screen dello smartphone Phlay permette di selezionare le foto, scegliere la musica e “suonarla” seguendo la sequenza di immagini grazie a due cursori laterali. Al termine del gioco le immagini saranno animate in un video pronto per essere condiviso. Il test iniziale di Phlay è del 1 gennaio 2017 e racconta su Facebook il passaggio da un anno a un altro nel golfo di Napoli con esplosioni di luci e colori intorno al Vesuvio. Un successo che fa registrare 538 mila visualizzazioni. Il pre-lancio parte due mesi fa, il 17 luglio, punta sullo scontro Trump – Kim Jong-un e raggiunge 13 mila visualizzazioni. Il trend si impenna il 21 luglio con un tributo al cantante dei Linkin Park Chester Bennington (558 mila visualizzazioni). Piace molto anche il video “Kisses” del 7 settembre. La crescita di like e followers va oltre ogni previsione. A dimostrazione che il lungo e accurato periodo di sperimentazione ha dato i suoi frutti.

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Ma chi e come può utilizzare questa app innovativa? “Noi ci auguriamo che tutti utilizzino Phlay – dice Amura – chiunque abbia una storia da raccontare. Non solo le persone, ma le aziende, i musicisti, i bloggers le squadre di calcio, le “media companies” che hanno voglia di trovare un nuovo “media format” attraverso il quale raccontare i propri brand, tutti potranno utilizzare Phlay”. Non è un caso che siano in corso di definizione accordi con Microsoft, Yahoo, con l’Università La Sapienza di Roma, lo Ied e il Suor Orsola Benincasa di Napoli, con broadcaster digitali e business media. Saranno presto in molti, in vari campi e accezioni, a diventare “phlayer”.

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