Immigrazione, Francia e Gran Bretagana scoprono che è un problema europeo

Immigrazione, Francia e Gran Bretagana scoprono che è un problema europeo
2 agosto 2015

È sempre una questione di punti di vista. Fino a qualche tempo fa Gran Bretagna e Francia non avevano dubbi: l’immigrazione? Un problema italiano. Non a caso il governo inglese, appena l’Europa aveva provato a redistribure tra gli Stati membri i rifugiati che, attraverso il Mediterraneo, sbarcano quotidianamente sulle nostre coste, era stato tra i primi a promettere che non avrebbe accolto nessuno. Parigi, invece, era stata velocissima a chiudere la barriera di Ventimiglia lasciando centinaia di immigrati accampati sugli scogli della Liguria. Ora però le cose sono cambiate. Perché i rifugiati sono arrivati a Calais (territorio francese) e da giorni hanno preso d’assalto l’Eurotunnel nella speranza di poter sbarcara sul suolo inglese. La scorsa notte, giusto per farsi un’idea, sono stati 400 i tentativi di intrusione con il traffico sotto la Manica che è stato sospeso per cinque ore per motivi di sicurezza. Non solo, un gruppo di migranti ha anche un sit-in di protesta su una bretella di accesso alla galleria. Una vera e propria emergenza che ricorda tanto le scene viste nei mesi scorsi a Milano o alla stazione Tiburtina. Ma un conto è l’Italia, un conto è il proprio territorio nazionale.

Così i ministri dell’Interno di Gran Bretagna e Francia, Theresa May e Bernard Cazeneuve hanno preso carta e penna e scritto un appello a Bruxelles: “Questa situazione non può essere considerato solo un problema dei nostri due Paesi. È una priorità sia a livello europeo che internazionale. Molti di coloro che a Calais stanno cercando di attraversare la Manica sono passati attraverso l’Italia, la Grecia o altri Paesi. Questo è il motivo perché stiamo chiedendo agli altri Stati membri, e all’intera Ue, di affrontare questo problema alla radice”. “Stiamo anche lavorando per garantire che le persone nel Corno d’Africa comprendano la dura realtà di un viaggio pericoloso che potrebbe portare solo al loro rimpatrio – proseguono -. La risposta a lungo termine a questo problema risiede nel ridurre il numero di migranti che arrivano in Europa dall’Africa, aiutando i Paesi africani a offrire opportunità economiche e sociali alla popolazione. Dobbiamo collaborare con questi Paesi per contrastare la migrazione irregolare e consentire alle persone di tornare nei loro Paesi in modo più semplice. Questo significa indirizzare meglio gli aiuti allo sviluppo e maggiori investimenti. Le nostre strade non sono pavimentate d’oro”. Insomma Francia e Gran Bretagna sembrano aver scoperto all’improvviso che è meglio “aiutarli a casa loro”. Matteo Salvini lo dice da un po’.

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