Impeachment, “Trump interessato solo a indagini su Biden”. I Dem bocciano mozione per deposizione talpa

13 novembre 2019

L’unico interesse del presidente Donald Trump per l’Ucraina riguardava l’apertura di un’indagine contro il rivale Joe Biden. È quanto emerge dalla prima audizione pubblica, davanti alla commissione Intelligence della Camera statunitense, sul possibile Impeachment del capo di Stato. Dopo aver testimoniato a porte chiuse, l’ambasciatore Bill Taylor, attuale incaricato d’affari ad interim in Ucraina, e il funzionario George Kent, del dipartimento di Stato, hanno ribadito le proprie preoccupazioni di fronte ai membri della commissione, e davanti al pubblico statunitense, che ha seguito l’udienza in diretta. Trump potrebbe essere accusato di abuso di potere per le pressioni esercitate sul presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, per convincerlo a indagare su Biden e sul presunto ruolo dell’Ucraina, e non della Russia, nelle interferenze nelle scorse elezioni presidenziali statunitensi, tesi sostenuta da molti complottisti repubblicani.

La commissione intelligence della Camera, controllata dai democratici, intanto, ha respinto la mozione dei repubblicani per obbligare a testimoniare nella procedura di Impeachment la ‘talpa” che ha dato avvio all’indagine denunciando la controversa telefonata di Donald Trump al presidente ucraino. La mozione e’ stata messa ai voti dopo la fine della prima udienza pubblica del procedimento. Le indagini sul presidente sono partite dalla denuncia di un ‘whistleblower’, un agente dell’intelligence, su una telefonata tra Trump e Zelensky, avvenuta a luglio. Trump avrebbe bloccato 400 milioni di aiuti militari all’Ucraina per convincere Zelensky a indagare su Biden e sul figlio Hunter, che faceva parte del consiglio di amministrazione della società ucraina Burisma. L’ambasciatore Bill Taylor ha raccontato che l’ambasciatore presso l’Unione europea, Gordon Sondland, gli disse che “tutto, nei rapporti tra Stati Uniti e Ucraina, anche gli aiuti per la sicurezza” dipendeva da un annuncio pubblico del presidente Zelensky sulle indagini contro l’ex vicepresidente Joe Biden.

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Taylor ha dichiarato che gli ucraini erano consapevoli dei ‘prerequisiti’ per avere dei buoni rapporti con Washington. Taylor ha poi raccontato un fatto di cui è venuto a conoscenza nei giorni scorsi e che, quindi, non aveva raccontato durante l’udienza a porte chiuse: un membro del suo staff chiese a Sondland cosa pensasse Trump della situazione in Ucraina, dopo una telefonata tra i due, e che l’ambasciatore rispose che il presidente “era interessato soprattutto alle indagini su Biden, su cui Rudy Giuliani [l’avvocato di Trump, ndr] stava facendo pressioni, più che all’Ucraina”. Si tratta di una novità importante per due motivi: prima di tutto, sembra contraddire le affermazioni di Trump, che la scorsa settimana ha detto di “conoscere a malapena questo signore”, riferendosi a Sondland. Poi, smonterebbe la tesi difensiva: Trump ha finora sostenuto di essere preoccupato per la diffusione della corruzione in Ucraina, più che interessato a un ritorno politico personale.

A proposito di Giuliani, Kent ha detto che ha condotto una campagna di diffamazione contro l’ambasciatrice statunitense in Ucraina, Marie Yovanovic, considerata un ostacolo e successivamente rimossa dal suo incarico, e ha guidato gli sforzi dell’amministrazione per “architettare delle indagini motivate politicamente”. Secondo Kent, Giuliani ha cercato di convincere Kiev ad aprire un’indagine su Biden “facendo leva sul desiderio del presidente Zelensky di avere un incontro alla Casa Bianca” con Trump. Taylor ha poi affermato che a metà luglio “gli era chiaro” che l’incontro alla Casa Bianca di Zelensky con Trump sarebbe dipeso dalle prove contro Biden e sulle ingerenze ucraine nelle elezioni presidenziali del 2016. Trump, interpellato sull’audizione, ha detto ai giornalisti che era “troppo impegnato” per guardarla. “No, non l’ho guardata. Ero troppo impegnato. È una caccia alle streghe, un imbroglio” ha detto dalla Casa Bianca, durante un incontro con l’omologo turco, Recep Tayyip Erdogan. La portavoce della Casa Bianca, Stephanie Grisham, ha scritto su Twitter che l’audizione “non è solo noiosa, è un colossale spreco del tempo e dei soldi dei contribuenti”.

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