Imprenditore si ribella a pizzo, a Palermo arrestato boss Raccuglia

22 maggio 2017

E’ stata battezzata “Happy holidays” l’operazione dei carabinieri del Gruppo di Monreale che hanno dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo nei confronti di Salvatore Raccuglia, fratello dell’ex latitante capomafia Domenico, accusato di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata dall’utilizzo del metodo mafioso ai danni di un imprenditore di Altofonte. E’ la stata la ribellione di quest’ultimo a favorire gli arresti. La misura e’ stata convalidata dal Gip presso il Tribunale di Palermo, il quale contestualmente ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare a suo carico e nei confronti di Salvatore La Barbera, di Andrea Di Matteo e di Giuseppe Serbino. L’operazione e’ frutto di una manovra investigativa sviluppata nel tempo nei confronti della cosca mafiosa di Altofonte, che aveva gia’ portato nel marzo del 2016, nell’ambito dell’operazione “Quattropuntozero”, ad azzerare i vertici del mandamento di San Giuseppe Jato, traendo in arresto, tra gli altri, proprio Di Matteo e Serbino per associazione di tipo mafioso ed estorsione.

Raccuglia avrebbe assicurato la sua disponibilita’ alla locale cosca mafiosa all’epoca retta dal fratello Domenico, rimasto latitante per oltre un decennio e poi catturato. In tale quadro, si sono rivelate di particolare rilievo le dichiarazioni di un noto imprenditore di Altofonte, il quale stanco delle richieste estorsive avanzate dal clan sin dal 2000, ha deciso di ribellarsi descrivendo alcune dinamiche della cosca. Documentata la richiesta di denaro da parte di La Barbera, emissario del boss, in prossimita’ della Pasqua, e la fissazione di un appuntamento per il successivo 15 aprile per il ritiro del contante. Le telecamere installate dai carabinieri hanno registrato la conversazione avvenuta nell’ufficio dell’imprenditore con l’emissario, immortalando la consegna delle banconote da 20 e 50 euro, per l’importo complessivo di 500 euro. Proprio mentre si stava allontanando, i carabinieri del Gruppo di Monreale sono intervenuti traendolo in arresto, con addosso denaro contante, suddiviso in mazzette, per un importo complessivo di circa 1.500 euro, provento, quasi certamente, di altre estorsioni commesse, nella stessa mattinata. Importantissimo il ritrovamento presso l’abitazione dell’arrestato di un’agenda con i dati relativi alle estorsioni commesse ad Altofonte, i cui proventi erano destinati al mandamento mafioso di San Giuseppe Jato, per il sostentamento delle famiglie dei detenuti. Accertati anche il ruolo del clan di Altofonte ricoperto da Salvatore Raccuglia e la sua presenza in summit con esponenti di spicco di altri mandamenti come confermato da dichiarazioni di importanti esponenti di Cosa nostra intercettati.

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