Improvvisazione, arma letale per l’azienda

Improvvisazione, arma letale per l’azienda
1 giugno 2017

Fare impresa e pensare di avere successo senza sfruttare le potenzialità dei social è impensabile, la chiave per raggiungere gli obiettivi è partire da un business plan perfetto, improvvisare significa fallire nel 99% dei casi. A spiegare le nuove regole del business è Michele Ieri, manager di lungo corso, coach di pianificazione strategica, l’uomo da 300 business plan l’anno. Toscano di nascita, milanese d’adozione, Michele Ieri lavora da sette anni in Abtg, il gruppo fondato da Alfio Bardolla, come responsabile dell’Area Business. Ieri è colui che, insieme al suo team, stabilisce la strategia per lanciare una nuova start up oppure aiuta le imprese a svilupparsi e a competere sul mercato. “Oggi le regole sono cambiate, la programmazione è fondamentale, se si improvvisa si rischia di sbattere contro un muro. E questo vale per tutti, dalle microimprese a quelle più strutturate, dal digitale alle azienda tradizionali”, spiega.

Michele Ieri, tipologie di aziende con potenziale crescita più alto?

“Quelle più leggere dal punto di vista strutturale e quelle che non hanno necessità di investimenti importanti per poter partire”.

Si parla tanto di business plan…

“Il business plan è la bussola, il documento che deve indicare la strada, ovvero la visione dell’imprenditore, gli obiettivi chiave da raggiungere, la modalità con cui bisogna raggiungerli, la reddittività potenziale, gli investimenti da fare, il ritorno sugli investimenti. Con un’attenzione particolare ai flussi di cassa”.

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Il segreto di un business plan vincente?

“Avere una strategia e una chiarezza degli obiettivi, organizzare la pianificazione delle azioni da svolgere, essere certi che la struttura dei numeri sia coerente”.

In altri termini.

“Sapere cosa si vuole e quali sono i passi da fare”.

Come dire, proibita l’improvvisazione.

“Se si improvvisa si sbatte contro un muro. Oggi molto più di prima”.

Cosa è cambiato rispetto a ieri.

“Il mondo è più rapido, c’è più bisogno di pianificare. I competitors non sono più locali ma globali, quindi se una volta si poteva recuperare sugli errori di pianificazione perché c’era più tempo, oggi il tempo per farlo non c’è più”.

Oggi su cosa converrebbe investire?

“Su tutto ciò che ha la possibilità di utilizzare strumenti digitali per generare flussi di clienti”.

Esempio.

“Le attività che possono moltiplicate i potenziali clienti disposti a comprare un servizio o un prodotto attraverso la tecnica della ‘lead generation’, utilizzando gli strumenti della comunicazione digitale e dei social”.

Oggi è possibile sviluppare un’impresa senza utilizzare la Rete e i social?

“Quasi impossibile. I social sono lo strumento di diffusione più rapido ed economico, a patto che si riesce a misurare la perfomance”.

Insomma, è un’ingegnere del business.

“Preferisco ‘architetto’, è più creativo”.

 

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