In esubero 85mila statali e niente assunzioni

18 marzo 2014

Non è tempo da sonni sereni per i dipendenti statali. Motivi di turbamento sono rintracciabili nei programmi del commissario alla revisione della spesa, Carlo Cottarelli, il quale prevede nei loro confronti misure piuttosto dure, per quanto dall’applicabilità tuttora da dimostrare. L’”uomo dei tagli” elenca “esuberi del personale e mobilità dei dipendenti pubblici”. E così procede: “Gli esuberi dipendono da piani specifici di riforma, ma la stima preliminare è di 85.000 unità al 2016”. L’uscita di scena di questi statali comporterebbe circa tre miliardi di risparmi. E ancora: “Capienza da blocco turnover, circa 90.000”. Il turnover è la rotazione pensionati-nuovi assunti: il rapporto dovrebbe essere 1 a 1. Attualmente, è in vigore un blocco per l’80 per cento: ogni dieci pensionati, due nuovi assunti. Quello che si propone è il blocco completo.

Infatti, subito dopo Cottarelli avvisa: “Ma ci sono importanti problemi di allocazione del personale (per esempio, nessun esubero ma molti pensionamenti nella scuola). Inoltre, il blocco del turnover causa l’aumento dell’età media, anche se l’”invecchiamento” è stato finora molto diverso tra i settori”. Se non fai assunzioni, dunque, l’età media degli statali si alza, con effetti, per esempio, sulla qualità dei servizi erogati (Cottarelli non lo esplicita, ma lo lascia intendere). Il commissario alla spesa, in forma sempre più sintetica in linguaggio slide, spiega (di seguito la versione integrale delle affermazioni): “Problema da studiare ulteriormente, con proposte entro giugno 2014; da considerare: implementazione più graduale di certe riforme, prepensionamenti con eliminazione di posizioni (ma il risparmio sarebbe più limitato nell’immediato e rischio di effetti imitazione nel privato), esoneri dal servizio (istituto introdotto nel 2008 ma abrogato nel 2011), collocamento in disponibilità del personale in esubero con riduzione della retribuzione, incentivi all’uscita dal settore pubblico con finanziamenti una tantum, riduzione dei servizi esternalizzati, rafforzamento della mobilità obbligatoria per facilitare il riassorbimento all’interno della Pa”.

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Sono tagli che vanno a sommarsi a quelli che già previsti per i dirigenti, per un totale di circa 500 milioni accantonati. Per i vertici delle amministrazioni sono previsti cali delle retribuzioni dall’8 al 12 per cento. Altri risparmi sono inoltre indicati sul fronte dei lavoratori che hanno rapporti diretti con la pubblica amministrazione. È il caso delle consulenze e dei cococo (collaboratori coordinati e continuativi) che, spiega il commissario, gravano sulle casse dello Stato per un miliardo. In riferimento a questa voce, si propongono tagli lineari, peraltro già avviati, e “limiti per tipo di amministrazione tra spesa per consulenze (e separatamente per cococo) e redditi da lavoro dipendente, procedure più strette per affidamento a incarichi esterni per evitare favoritismi, consulenze gratuite per i dipendenti pubblici”. Ci sono poi tagli che riguardano la formazione dei dipendenti statali, per la quale si spendono 250 milioni l’anno. A riguardo, secondo Cottarelli, “esistono dubbi sulla efficacia di queste spese e risparmi, almeno nei prossimi due anni; si possono ottenere” fissando delle priorità. Dunque, l’idea di tagliare cento milioni per quest’anno e altrettanti per il prossimo.

Sarà più difficile anche lavorare con le società partecipate di Regioni e Comuni. Per queste, Cottarelli propone di sforbiciare il numero dei consiglieri di amministrazione, limitare i compensi degli organi di gestione, valorizzare gli elementi di competenza e indipendenza nella scelta degli amministratori. Poi suggerisce una cura di dimagrimento a base della riduzione delle società stesse, con “il rafforzamento e l’applicazione delle norme sul divieto e la creazione e detenzione di partecipate locali, con tetti al numero di partecipate rispetto alla popolazione” e “nuove misure che agevolino la liquidazione o la dismissione di società”. All’orizzonte si profilano restrizioni delle assunzioni e della spesa di personale nelle società in house. Gli ultimi suggerimenti sono mescolati assieme, in una specie di fritto misto. Cottarelli ci tiene a sottolineare che “tra le misure dei gruppi di lavoro ministeriali il contributo relativamente più elevato, rispetto al proprio bilancio, è stato dato dal ministero degli Esteri (inclusa la revisione dell’indennità di servizio all’estero), dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (inclusa la riforma Aci-Motorizzazione civile) e dal Ministero dell’Economia (incluso l’efficientamento dell’Agenzia delle Entrate)”.

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