Inchieste e povertà, per Salvini cresce la tentazione del voto anticipato

Inchieste e povertà, per Salvini cresce la tentazione del voto anticipato
L'ex premier, Silvio Berlusconi (s) e il leader della Lega, Matteo Salvini
8 settembre 2018

La ruspa non s’arresta. Anzi, tra inchieste e povertà, trova altra benzina e mette il turbo. E, tenuto conto dello scenario che appare sempre più un campo di battaglia, non è escluso che Matteo Salvini punti dritto alle urne anticipate per tornare sulla plancia di comando con più galloni sulle spalle. Cosa che gli consentirebbe, tra l’altro. di attuare meglio il suo programma che, con l’attuale coinquilino pentastellato, rischia di infrangersi su qualche scoglio.

Poi i sondaggi, che seppur sono sondaggi, a volte hanno il loro peso sulle scelte da fare. Sondaggi, che dopo la pausa estiva sono tornati con più vigore e che segnano, inequivocabilmente, la volata del Carroccio. In questi giorni ne sono stati pubblicati diversi. Ma ora gli esperti sono in grado di fare le prime comparazioni. E così è la prima volta che ben due sondaggi distinti concordano nel vedere un vantaggio per la Lega, rispetto ai Cinquestelle, quantificabile tra i 4-5 punti percentuali, portando il Carroccio a sfiorare il 33% dei consensi, quasi il doppio rispetto alle elezioni del 4 marzo. Stando alle rilevazioni Swg e Lorien Consulting, il partito di Salvini viaggia con un incremento di circa il 2% al mese. Sul fronte delle coalizioni, l’unica a crescere è il centrodestra (Lega-Fi-FdI), mentre centrosinistra+LeU e M5s continuano a calare.

E’ quanto emerge dalla confronto dei dati Lorien, Noto, SWG, Tecnè ed elaborati da YouTrend, partendo dalle Politiche fino al 6 settembre. Il 4 marzo le urne decretano un 37,1% di consensi per il centrodestra, mentre, ricordiamo, s’è registrato un 32,7% per i Cinquestelle e il 22,9% per il centrosinistra. Da allora per il centrodestra è solo un crescendo: rivelazione 2 agosto, 41,6%; 6 settembre, 44,6%. In relazione agli stessi periodi, viene fuori centrosinistra 20,0% (20,0%); M5s 29,8% (27,5%). Cifre che mettono in evidenza l’importante partita che stanno giocando Salvini e Silvio Berlusconi che di fatto, entrambi, hanno bocciato l’ipotesi partito unico. Dicono che il Cavaliere è tra Scilla e Cariddi, ovvero, tornare con il vicepremier o al centro imbarcare anche Matteo Renzi. Di certo non pare un problema per Salvini, almeno per il momento.

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