Incontinenza, 10 milioni over 45 ne soffrono fra disagio e vergogna

Incontinenza, 10 milioni over 45 ne soffrono fra disagio e vergogna
6 febbraio 2017

Un problema per 10 milioni di italiane e italiani. Il bisogno di correre in bagno dopo una risata, un colpo di tosse o uno starnuto, riguarda buona parte della popolazione. L’incontinenza urinaria colpisce in prevalenza le donne – una su cinque (20%) di norma con età superiore ai 45 anni (parliamo di oltre 6 milioni di donne) – ma in percentuale minore (12%) anche i maschi adulti, con punte del 15% intorno ai 70 anni. Oltre i 75, la percentuale arriva al 50 per entrambi i sessi. L’incontinenza può essere però anche un problema per donne più giovani, dovuto a un ipertono del pavimento pelvico. Nella maggior parte dei casi il problema si può risolvere: con piccoli interventi chirurgici nei contesti più gravi, con metodi ‘soft’ nei casi lievi o moderati, come la terapia riabilitativa o un trattamento farmacologico. Ma i farmaci non convincono, soprattutto le donne: solo il 40% infatti segue correttamente la cura, mentre la maggior parte la mette nel cassetto per timore di effetti collaterali.

ASSISTENZA Questi numeri sono contenuti in un documento di indirizzo (redatto da un tavolo tecnico appena concluso) ora alla firma del Ministro Beatrice Lorenzin, che ribadisce la priorità di una rete capillare di centri specialistici che garantiscano migliore accesso, offerta e equiparabilità di cure a tutti i cittadini italiani. Rete già presente in Piemonte, con 40 centri, e di prossima realizzazione in Basilicata, Sardegna e Veneto. La perdita di pipì ha non solo un forte impatto fisico, psicologico e relazionale sulla persona, ma ha anche costi elevati, tutti o in gran parte a carico del paziente. Diverse centinaia di migliaia di euro spesi ogni anno solo per la fornitura di ausili – assorbenti, cateteri – che rappresentano lo strumento cui si ricorre più facilmente. L’Italia, inoltre, è ancora uno dei pochi Paesi europei a non godere della rimborsabilità di farmaci per questo problema, che oggi costa al Sistema Sanitario Nazionale (SSN) 867 euro annui pro capite per i presidi di assorbenza e alla persona oltre 40 euro mensili per i farmaci: la gratuità consentirebbe invece un risparmio globale di 136 milioni di euro annui.

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LO SPECIALISTA “L’incontinenza urinaria – dichiara Roberto Carone, presidente della Società Italiana di Urologia – ha un forte impatto sulla qualità della vita di chi ne soffre, con implicazioni psicologiche e fisiche superiori anche a quelle di altre patologie, come il diabete. Dal punto di vista del paziente l’incontinenza, è un problema serio. Ma lo è anche per il medico, trattandosi di una patologia multifattoriale che richiede un approccio multispecialistico con il coinvolgimento di più figure professionali, dall’urologo, che gioca un ruolo centrale e di primaria importanza, al ginecologo, al fisiatra, all’infermiere e al fisioterapista che devono collaborare per la corretta definizione diagnostica e terapeutica. La terapia può prevedere diversi trattamenti: farmacologici, riabilitativi o chirurgici”.

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