Incoronata da Renzi, rinnegata da Lampedusa. Nicolini non ce l’ha fatta

Incoronata da Renzi, rinnegata da Lampedusa. Nicolini non ce l’ha fatta
12 giugno 2017

Incoronata da Matteo Renzi, rinnegata da Lampedusa. Il sindaco uscente Giusi Nicolini non c’è l’ha fatta neanche a piazzarsi al ballottaggio. Una sonora sconfitta segnata da un deludente terzo posto. Per la renziana di ferro, non sono bastati neanche i media internazionali, la visita alla Casa Bianca e neppure il premio Unesco per la pace. Per dirla con il segretario provinciale del Pd di Agrigento, Giuseppe Zambito, “forse ha avuto troppi riconoscimenti”. Di certo i lampedusani sono stati implacabili con la paladina dei migranti: solo 908 voti (24,28%), cifre che hanno chiuso definitivamente la pratica amministrative per l’ex segretaria di Legambiente. La fascia tricolore passerà al suo eterno rivale, l’albergatore Salvatore Martello, avendo ottenuto 1566 voti (40,3%). Martello, che è anche il presidente del Consorzio dei pescatori, storico esponente della sinistra, è stato sindaco oltre dieci anni fa. E ora ci ha riprovato dopo aver scelto, due anni fa, di non rinnovare la tessera del Pd. Gli altri due candidati a primo cittadino sono stati Filippo Mannino (29,39%) arrivato secondo con una lista civica dopo che il meetup del M5s di Lampedusa non lo ha autorizzato a utilizzare il simbolo del movimento, perché tra i candidati in lista ci sono stati esponenti di centrodestra. La sola a correre con il simbolo di un partito è stata Angela Maraventano (6,03%) sostenuta da Noi con Salvini. Lampedusa è stato uno dei 128 comuni della Sicilia chiamati alle urne. Ma che ha avuto uno spoglio complesso perché, durante la notte, è mancata la luce e le operazioni si sono dovute interrompere per una ventina di minuti.

Dunque, dopo cinque anni di sindacatura, per la 56enne ‘pasionaria’ si spengono i riflettori. Ma non mancano alla Nicolini i messaggi di stima o di ringraziamento come quello del segretario del Pd. “In politica si può vincere, si può perdere – ha detto Renzi -. Ma la qualità dei rapporti umani – se autentici – non vengono mai meno. Grazie Giusi per la tua testimonianza di questi anni. Lavoreremo ancora nel Pd, avanti, insieme”. Per i lampedusani, la sconfitta dell’ormai ex prima cittadina era nell’aria. Nicolini aveva ricevuto anche diverse critiche durante la campagna elettorale e, proprio alla vigilia del voto, aveva assistito a una presa di distanze arrivata da un altro emblema dell’isola, il medico Pietro Bartolo, protagonista di Fuocammare – il film dedicato agli sbarchi sull’isola e vincitore dell’Orso d’Oro al festival di Berlino – che avrebbe detto: “La gente qui si aspettava di più da Giusi”. Un esito, quello della sconfitta della Nicolini che, in pratica, sancisce definitivamente lo scollamento tra l’ex sindaco e i cittadini della sua isola che l’accusano, tra l’altro, di essere stata più concentrata sull’accoglienza dei migranti che sulla cura delle reali esigenze della sua terra. Ed è proprio l’accoglienza dei migranti che ha portato anche l’ex primo cittadino isolano, sotto i riflettori internazionali. Nell’ottobre del 2016, Nicolini è stata una delle quattro donne premiate come “simbolo di eccellenza italiana” e ha accompagnato l’allora premier Renzi alla Casa Bianca per la cena con l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Come è sempre, l’accoglienza dei migranti, a farle vincere il Premio Houphouet-Boigny per la ricerca della pace dell’Unesco. E non è finita, perché il parlamentare del Pd, Ermete Realacci, sta promuovendo anche la candidatura della Nicolini al Premio Nobel per la Pace 2018. La raccolta di firme è in corso. L’ultima investitura, Nicolini, l’ha avuta da Matteo Renzi con l’ingresso nella sua segreteria nazionale. Ma, a quanto pare, non è stata di buon auspicio.

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