Industria, al via il nuovo contratto di sviluppo. Calenda: 2,5 miliardi per la ripresa del settore

Industria, al via il nuovo contratto di sviluppo. Calenda: 2,5 miliardi per la ripresa del settore
22 dicembre 2016

Arriva il nuovo contratto di sviluppo, lo strumento di agevolazione negoziale dedicato al sostegno di investimenti strategici ed innovativi di grandi dimensioni. A presentarlo il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri. “Contiamo di chiudere 51 contratti di sviluppo entro giugno del 2017 con l’attivazione di 2 miliardi e mezzo d’investimenti”, ha annunciato Calenda. Il contratto di sviluppo ha l’obiettivo di favorire la riqualificazione settoriale, lo sviluppo di filiere e poli di specializzazione, il riposizionamento competitivo dei tradizionali settori produttivi e l’attrazione degli investimenti esteri, attraverso la creazione di reti di imprese e la promozione di investimenti in ricerca industriale e sviluppo sperimentale.

Le nuove procedure del contratto di sviluppo mirano, in primis, a fornire una corsia preferenziale per le risorse e una riduzione dei tempi. Inoltre puntano a stimolare l’intervento finanziario delle Regioni e ad accelerare la realizzazione di programmi di sviluppo di rilevante dimensione e impatto sui territori, soprattutto nel Mezzogiorno. Due le principali novità che caratterizzano le procedure del contratto di sviluppo. La prima è una forte riduzione (-30%) dei tempi di valutazione delle proposte di erogazione delle agevolazioni. Complessivamente si passa dai 150 giorni previsti prima agli attuali 110. La seconda consiste in un maggior coinvolgimento, anche finanziario, delle amministrazioni regionali nelle proposte ritenute strategicamente rilevanti. Inoltre le aziende devono inviare la comunicazione di avvio dell’investimento al massimo entro 6 mesi dalla sottoscrizione del contratto, pena la decadenza delle agevolazioni. Per il ministro dello Sviluppo economico, “il contratto di sviluppo rappresenta uno strumento di policy ideale perchè, attraverso un meccanismo negoziale, è in grado di stimolare sul territorio la produttività, il capitale umano e le infrastrutture”. L’a.d. di Invitalia ha espresso l’auspicio che questo strumento “possa continuare a contribuire ad accelerare i segnali di crescita fatti registrare dall’economia italiana negli ultimi anni”.

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