Ingiunzioni fiscali poco ortodosse, Antitrust multa Ato rifiuti di Messina per violazione diritti consumatori

Ingiunzioni fiscali poco ortodosse, Antitrust multa Ato rifiuti di Messina per violazione diritti consumatori
17 agosto 2017

L’Antitrust ha accertato e sanzionato la scorrettezza delle pratiche commerciali di Ato Me 1 (che comprende 33 Comuni nel Messinese) nella riscossione della Tia (Tariffa Igiene Ambientale) dovuta per il servizio di igiene ambientale per gli anni 2008-2012. In particolare, l’Autorita’ ha accertato che Ato Me 1 ha impiegato in modo non conforme alla diligenza professionale lo strumento coercitivo dell’ingiunzione fiscale per la riscossione dei propri crediti. Infatti, Ato Me 1 non si e’ dotata di strumenti e procedure idonei a monitorare i pagamenti ricevuti, a mettere i consumatori in condizione di verificare la certezza ed esigibilita’ dei crediti ingiunti, ad acquisire e gestire le istanze dei consumatori in merito ai solleciti di pagamento e alle ingiunzioni ricevute. Di conseguenza, Ato Me 1 ha emesso ingiunzioni fiscali di pagamento relative a crediti non dovuti e non ha sospeso la procedura ingiuntiva a fronte delle documentate istanze in autotutela presentate dai consumatori volte a contestare l’infondatezza della pretesa creditoria. Inoltre, Ato Me 1 ha opposto numerosi ostacoli ai consumatori che si erano rivolti al giudice per l’accertamento del proprio debito, contestando finanche la competenza del giudice da essa stessa indicato nelle comunicazioni agli utenti. Tali condotte aggressive poste in essere da Ato Me 1, afferma l’Antitrust, hanno ostacolato l’esercizio del diritto di verificare l’effettiva entita’ e debenza dei crediti vantati da Ato Me 1 da parte dei consumatori del servizio di igiene urbana, e hanno indebitamente condizionato i consumatori – attraverso il timore dell’esecuzione forzata sui propri beni a seguito dell’ingiunzione fiscale – a pagare somme non dovute o dovute in misura diversa. Il procedimento si e’ concluso con l’irrogazione a Ato Me 1 di una sanzione amministrativa pecuniaria di 50.000 euro.

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