Ior, 70 anni di storia millenaria tra scandali e segreti

10 luglio 2014

Non ha la storia millenaria della chiesa. Ha compiuto da poco 70 anni e negli ultimi 40 anni ha accompagnato con precisione svizzera tutti i grandi scandali finanziari dell’Italia. Per lo IOR (Istituto per le Opere di Religione) sembra arrivata quella svolta radicale che Bergoglio aveva promesso quando e’ diventato Papa. Una delle prime mosse, il nuovo presidente, il francese Jean-Baptiste de Franssu che succede al tedesco Ernst von Freyberg.

L’Istituto per le Opere Religiose nasce nel 1942 per volonta’ di Pio XII. Nel mezzo del secondo conflitto mondiale l’esito non e’ ancora scontato e il Vaticano teme l’arrivo dei comunisti in Italia. Lo stesso Pio XII vuole uno strumento finanziario moderno e con una rete internazionale. Lo IOR e’ una banca particolare. Ha un’unica sede all’interno della torre Niccolo’ V nella Citta’ del Vaticano. Sull’unico sportello Bancomat si parla anche latino, non rilascia carnet di assegni. All’inizio potevano aprire conti correnti solo esponenti del clero e i dipendenti della Santa Sede ma poi le cose sono cambiate. Per tre decadi lo IOR non appare nelle cronache.

La notorieta’ arriva con Paul Marcinkus, chiamato a dirigere l’istituto da Paolo VI. Appassionato di golf, sempre con un sigaro in bocca e un ottimo bicchiere di whisky, il sacerdote americano venne soprannominato il ‘banchiere di Dio’ e nominato cardinale da Giovanni Paolo II. Ha guidato come un feudo lo IOR per 17 anni ed e’ riuscito a sopravvivere per 7 anni allo scandalo del Banco Ambrosiano. Marcinkus si lancia nelle speculazioni finanziarie e in operazioni nei paradisi fiscali dopo aver fatto la conoscenza con Michele Sindona. Il banchiere siciliano viene arrestato e condannato per bancarotta e nel 1986 viene avvelenato in carcere con un caffe’ al cianuro. Marcinkus, intanto, ha iniziato le frequentazioni con Roberto Calvi, numero uno indiscusso dell’Ambrosiano. Calvi appartiene alla P2 di Licio Gelli e porta la banca al fallimento nel 1982 con un ruolo rilevante proprio dello IOR. Il Vaticano non ha mai riconosciuto responsabilita’ nel crac dell’istituto. Memorabile un intervento alla Camera dell’allora ministro del tesoro Nino Andreatta che chiedeva al Vaticano e al Papa di riconoscere le responsabilita’. Silenzio dall’altra sponda del Tevere anche se poi il Vaticano sborsera’ 240 milioni di dollari per risarcire le vittime del fallimento dell’Ambrosiano. Marcinkus viene colpito da mandato di cattura dei magistrati che indagano sull’Ambrosiano ma il Vaticano rifiuta di estradarlo e il ‘banchiere di Dio’ rimane alla guida dello IOR fino al crollo del muro di Berlino ed ha un ruolo importante nel garantire flussi di finanziamenti a Solidarnosc.

Marcinkus viene rispedito negli Stati Uniti nell’89, a San Clemente in Arizona dove vivra’ fino alla morte, nel febbraio del 2012, senza mai una parola sugli anni piu’ torbidi dell’Italia repubblicana tra scandali finanziari e politici. Wojtyla chiama cosi’ Angelo Caloia alla guida dello IOR che promette trasparenza e riforme per l’istituto. Ma quando scoppia tangentopoli la banca vaticana spunta di nuovo. La maxi-tangente Enimont versata da Raul Gardini transita sui conti segreti dello IOR. Caloia resta fino al 2009 quando viene sostituito da Ettore Gotti Tedeschi. Arrivano pero’ nuovi scandali come l’indagine della procura di Catania che nel 2010 rivela che il mafioso Vincenzo Bonaccorsi ha riciclato 300mila euro attraverso la banca vaticana. Nel maggio dello stesso anno Gotti Tedeschi viene sfiduciato dal consiglio di amministrazione dello IOR. Papa Ratzinger nomina allora Ernst von Freyberg dopo il clamoroso annuncio di dimettersi da successore di Pietro. Secondo alcune ricostruzioni la nomina del banchiere tedesco e’ imposta dalla Curia romana per anticipare l’arrivo del nuovo Pontefice.

Con l’arrivo di Bergoglio lo scenario cambia. Papa Francesco e’ intenzionato a non rimandare il dossier IOR. Nei primi 100 giorni di pontificato non trova mai il tempo di incontrare von Freyberg e la prima volta che parla della banca vaticana sottolinea che ”Pietro non aveva un conto in banca”. Bergoglio sembra mettere in discussione la stessa esistenza dell’Istituto per le Opere Religiose. Nel giugno dell’anno scorso Bergoglio nomina uno dei suoi piu’ stretti collaboratori, monsignor Ricca, prelato dello IOR e dopo qualche giorno insedia una commissione di 5 cardinali che devono indagare sull’istituto. Il vento del cambiamento imposto dal nuovo pontefice e’ evidente dopo l’arresto per riciclaggio del prelato Scarano su ordine della procura di Salerno. La banca vaticana collabora attivamente all’inchiesta. Si arriva ad oggi, primo giorno di una vita nuova per lo IOR. Marcinkus, Calvi, Sindona, P2, Enimont appaiono come uno sbiadito e lontano ricordo. (Asca)

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi anche:
Tensione tra Iran e Israele: Teheran minaccia di attaccare i siti nucleari israeliani
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti