Israele, a un mese dal voto Netanyahu verso l’incriminazione. Il premier: “Contro di me una caccia alle streghe”.

Israele, a un mese dal voto Netanyahu verso l’incriminazione. Il premier: “Contro di me una caccia alle streghe”.
Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu
1 marzo 2019

A poco più di un mese dalle elezioni politiche in Israele arriva una cattiva notizia per il partito di governo, il Likud. Il suo leader, il primo ministro Benjamin Netanyahu sarà incriminato per “corruzione e frode” in tre casi diversi tra loro. Ad annunciare la notizia, capace di alterare l’esito del voto del 9 aprile, è stato il procuratore generale Avichai Mandelblit che ha anticipato la sua decisione di voler incriminare il premier, anche se non l’ha ancora formalizzata.

“Contro di me una caccia alle streghe”, ha affermato Netanyahu due ore dopo l’annuncio di Mandelblit. “La sinistra sa di non poter batterci alle urne, e dunque negli ultimi tre anni ha portato avanti una caccia alle streghe senza precedenti che ha come obbiettivo la caduta del governo di destra da me guidato”, ha insistito in televisione Netanyahu che deve guardarsi da una coalizione centrista guidata dall’ex Capo di stato maggiore Benny Gantz. E mentre il partito laburista all’opposizione ha chiesto le dimissioni del Primo ministro, il Likud ha difeso con decisione il suo leader.

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“La pubblicazione unilaterale dell’annuncio del Procuratore generale solo un mese prima delle elezioni, senza dare al Primo ministro l’opportunità di confutare queste false accuse, è un intervento palese e senza precedenti nelle elezioni”, ha tuonato Likud in una nota. Netanyahu occupa la carica di primo ministro da circa 13 anni e sarebbe sulla buona strada per superare il padre fondatore di Israele David Ben-Gurion come il premier più longevo dello Stato ebraico, se dovesse aggiudicarsi un quinto mandato ad aprile. L’incriminazione vera e propria annunciata dalla Procura è di atto subordinata ad un’audizione in cui Netanyahu avrebbe la possibilità di difendersi prima che i capi di imputazione vengano effettivamente presentati. In ogni caso, “Bibi” non sarebbe tenuto a dimettersi anche se sarà incriminato: per farlo ci vuole una condanna definitiva.

Il Primo ministro israeliano è sotto accusa in tre casi separati relativi a scambi di favore, presunti doni – come champagne e sigari – e un tentativo di collusione con la stampa. Il “file 4000”, nome in codice dato dagli investigatori, è considerato il più pericoloso per il premier. L’ipotesi di reato è che Netanyahu abbia cercato di ottenere una copertura favorevole dal sito di notizie Walla, in cambio di favori governativi che avrebbero potuto portare centinaia di milioni di dollari a Bezeq, il più grande gruppo israeliano di telecomunicazioni. In questo caso, il procuratore generale intende accusare Netanyahu di “corruzione”. askanews

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