Italia potenza sportiva con i buchi neri di atletica e basket. Le cassaforti scherma e tiro

Italia potenza sportiva con i buchi neri di atletica e basket. Le cassaforti scherma e tiro
La pluri campionessa olimpica, Federica Pellegrini
15 novembre 2017

Se i mondiali sono la cartina di tornasole del movimento calcistico, per le altre discipline l’appuntamento quadriennale che fa da pietra miliare per capire come sta lo sport di un singolo paese nel suo complesso sono le Olimpiadi. E quelle di Rio sono andate veramente bene con l’Italia che ha chiuso con 28 medaglie meglio di Londra 2012, di Pechino 2008, e col miglior bilancio negli sport di squadra (3 medaglie) dai tempi di Atene 2004. Alla fine il Coni ha (felicemente) sborsato quasi 5 milioni e mezzo per i 69 medagliati perché gli sport di squadra sul podio sono stati tre su quattro (è mancata, clamorosamente, solo la pallavolo femminile), ma pesano anche medaglie in discipline storiche che erano quasi scomparse dal nostro medagliere: dal ciclismo su pista al judo. L`Italia a Rio ha ripetuto lo stesso piazzamento (nono posto), gli stessi ori (8) e lo stesso numero di medaglie (28) di Londra 2012 con tre argenti al posto di tre bronzi rispetto a quattro anni prima. Senza contare l’assenza di specialità come il fioretto femminile e la sciabola maschile a squadre da sempre più forti. Dal punto di vista dei mondiali la cassaforte dello sport italiano è sempre la scherma che a Lipsia 2017 ha vinto il medagliere con quattro ori, un argento e quattro bronzi. Nel nuoto, a Budapest 2017, sedici medaglie con quattro ori. Storia: Mai così tanti podi in un campionato del mondo compresi gli ori di Flamini-Minisini nel syncro, Federica Pellegrini nei 200 stile libero, Gabriele Detti negli 800 stile libero e Gregorio Paltrinieri nei 1500 stile libero. Anche il tiro a segno ed a volo è da sempre un punto di forza italiano.

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E nel canottaggio, dopo anni in chiaroscuro e le nazioni che si moltiplicano, l’Italia è in grande spolvero: ai mondiali, al termine delle 26 gare di tutte le specialità di canottaggio e paracanottaggio, ha chiuso in vetta con 9 podi, equamente distribuiti tra ori, argenti e bronzi: solo la Nuova Zelanda resta in scia agli azzurri. E veniamo agli sport di squadra. Nella pallavolo maschile dimentichiamo la nazionale che ai mondiali fece tremare il mondo. L’ultimo titolo conquistato risale al 1998 in Giappone al termine di una fantastica tripletta. Nell’Europeo l’ultimo trionfo nel 2005 ma nel 2015 fu bronzo e l’argento di Rio 2016 contro un Brasile stratosferico vale davvero tanto. Sul versante femminile fu oro ai mondiali del 2002 e quarto posto nel 2014. Agli europei azzurre fuori ai quarti a settembre. Nel 2009 fu oro in Polonia. Il basket latita ormai da troppo tempo. Gli azzurri mancano le Olimpiadi da tre edizioni (ad Atene fu argento), mancano i mondiali da due e nelle ultime sette edizioni degli Europei non sono andati al di là del quinto posto (nel 2003 fu bronzo). Atletica e pugilato restano al palo. Dal 2011 ad oggi solo tre azzurri sono saliti sul podio ai mondiali (Di Martino, Straneo, Palmisano). Nel pugilato alle ultime olimpiadi è arrivato un clamoroso zero aprendo ad una crisi del settore. Discorso a parte merita il ciclismo. Il movimento c’è ed è in crescita ma la vittoria nella prova in linea del mondiale manca ormai da troppo tempo: 2008 con la doppietta Alessandro Ballan-Damiano Cunego.

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