Italicum, Renzi vuole premio a lista

Italicum, Renzi vuole premio a lista
20 ottobre 2014

La legge elettorale torna fuori dai cassetti del Senato. Non per passare dalle parole ai fatti, ma certo, Matteo Renzi la rimette almeno tra i temi del dibattito politico. Perché nel suo intervento di fronte alla Direzione del Pd annuncia ufficialmente l’intenzione di apportare una modifica che finora era rimasta solo nei pour parler: concedere il premio di maggioranza non alla coalizione vincente ma alla lista. Il segretario la motiva così: “se il Pd è il partito maggioritario, ossia della Nazione, deve avere degli strumenti elettorali che lo consentano e allora nell’Italicum meglio il premio alla lista che alla coalizione”. Il presidente del Consiglio assicura che tanto non servirà fino al 2018 e, per quanto riguarda il timing, spiega che bisognerà aspettare ancora un po’ di tempo perché prima bisognerà attendere la conclusione del percorso della riforma costituzionale alla Camera.

Insomma, non è una decisione da prendere entro domani ma si sa che niente più della legge elettorale è specchio delle ambizioni e dello stato di salute dei partiti. E dunque non stupisce che Renzi punti a un premio di maggioranza a favore della lista perchè così, spiega tra l’altro, c’è la “riduzione del potere di veto dei piccoli partiti”. Eppure, un sostegno a questa proposta arriva dal Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, che certo non è un partito che gode di consensi a due cifre. “Con un centrodestra che non è ricomponibile perché è troppo frammentato sulle questioni di fondo, pensiamo – spiega Angelino Alfano – che sia più rappresentativo del Paese un sistema elettorale che dia il premio al primo partito”. In effetti – viene spiegato dal partito – l’idea sarebbe quella di svolgere un ruolo di junior partner rispetto a Renzi. Previo, ovviamente, abbassamento delle soglie di ingresso.

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Ma come è noto la legge elettorale, e annesse modifiche, fanno parte del patto del Nazareno e dunque dell’accordo tra il premier e Silvio Berlusconi. Le prime reazioni che arrivano da Forza Italia non sono però favorevoli. Anche se, a bene vedere, viene posta più una questione di metodo che di merito. Come sottolineano i due capigruppo, Brunetta e Romani. “La legge elettorale è troppo importante – dice il presidente dei senatori – per immaginare che possa essere modificata con un intervento alla direzione di uno solo dei partiti”, “Forza Italia ha condiviso, fin dall’inizio, tutto il percorso dell’Italicum e ogni modifica, anche migliorativa, deve essere concordata fra tutte le parti, con un metodo trasparente e condiviso”. Insomma, non è un no di principio.

Berlusconi, infatti, non avrebbe chiuso a questa possibilità e questo sebbene i boatos azzurri raccontino di un Denis Verdini che lo abbia messo in guardia. “Così – gli avrebbe spiegato – finirà con una partita a due tra Pd e Grillo e noi verremo schiacciati”. Ma Verdini è il grande pontiere dei rapporti con Renzi e dunque si fa fatica a immaginare che voglia essere proprio lui a mettere i bastoni tra le ruote del premier. Lo stesso Berlusconi, inoltre, aveva fatto cenno all’ipotesi – senza opporvisi – di inserire il premio di lista durante l’infuocata riunione del comitato di presidenza di Forza Italia poi passato agli onori delle cronache solo per lo scontro con Fitto. Non è rimasto poi inosservato il passaggio dell’intervento fatto ieri a una manifestazione nelle Marche sulla possibilità di “vincere da soli”. D’altra parte non c’è dubbio che per l’ex premier salvaguardare Fi è meno importante che salvaguardare le aziende e quindi è probabile che ogni decisione – anche su questo punto – sarà ben ponderata. Berlusconi domani tornerà a Roma ed è già in programma un incontro con i suoi per fare il punto. (Askanews)

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