J’accuse del Papa contro i vescovi: dolore e vergogna, anche laici lottino

J’accuse del Papa contro i vescovi: dolore e vergogna, anche laici lottino
Papa Francesco
20 agosto 2018

“Tutto cio’ che si fa per sradicare la cultura dell’abuso dalle nostre comunita’ senza una partecipazione attiva di tutti i membri della Chiesa non riuscira’ a generare le dinamiche necessarie per una sana ed effettiva trasformazione”. Parte da questa amara constatazione la proposta di Papa Francesco che vuole coinvolgere l’intero Popolo di Dio, laici compresi, nella lotta alla pedofilia nella Chiesa. Si tratta di una nuova modalita’ operativa basata sul coinvolgimento dei fedeli, che il Pontefice ha tratteggiato nella “Lettera al Popolo di Dio” da lui firmata oggi.

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In due passaggi il Papa rinnova in particolare il suo j’accuse contro i vescovi che non hanno compiuto il loro dovere per proteggere i bambini. “Proviamo vergogna – confida Francesco – quando ci accorgiamo che il nostro stile di vita ha smentito e smentisce cio’ che recitiamo con la nostra voce. Con vergogna e pentimento, come comunita’ ecclesiale, ammettiamo che non abbiamo saputo stare dove dovevamo stare, che non abbiamo agito in tempo riconoscendo la dimensione e la gravita’ del danno che si stava causando in tante vite. Abbiamo trascurato e abbandonato i piccoli”.

In proposito Bergoglio ripete anche le parole dell’allora cardinale Ratzinger quando, nella Via Crucis scritta per il Venerdi’ Santo del 2005, si uni’ al grido di dolore di tante vittime e con forza disse: “Quanta sporcizia c’e’ nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue e’ certamente il piu’ grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore”.

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“Il dolore di queste vittime e’ un lamento che sale al cielo, che tocca l’anima e che per molto tempo e’ stato ignorato, nascosto o messo a tacere. Ma il suo grido e’ stato piu’ forte di tutte le misure che hanno cercato di farlo tacere o, anche, hanno preteso di risolverlo con decisioni che ne hanno accresciuto la gravita’ cadendo nella complicita’”, ribadisce Papa Bergoglio prendendo spunto dal Rapporto pubblicato in Pennsylvania, che descrive i crimini di oltre 300 religiosi pedofili. “Negli ultimi giorni – scrive il Pontefice – e’ stato pubblicato un rapporto in cui si descrive l’esperienza di almeno mille persone che sono state vittime di abusi sessuali, di potere e di coscienza per mano di sacerdoti, in un arco di circa settant’anni. Benche’ si possa dire che la maggior parte dei casi riguarda il passato, tuttavia, col passare del tempo abbiamo conosciuto il dolore di molte delle vittime e constatiamo che le ferite non spariscono mai e ci obbligano a condannare con forza queste atrocita’, come pure a concentrare gli sforzi per sradicare questa cultura di morte”.

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Secondo il Papa, infatti, “le ferite non vanno mai prescritte”. E in proposito cita la promessa contenuta nel Magnificat: “a disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote”. “E’ imprescindibile – osserva Francesco – che come Chiesa possiamo riconoscere e condannare con dolore e vergogna le atrocita’ commesse da persone consacrate, chierici, e anche da tutti coloro che avevano la missione di vigilare e proteggere i piu’ vulnerabili. Chiediamo perdono per i peccati propri e altrui. La coscienza del peccato ci aiuta a riconoscere gli errori, i delitti e le ferite procurate nel passato e ci permette di aprirci e impegnarci maggiormente nel presente in un cammino di rinnovata conversione”, continua la Lettera al Popolo di Dio interamente dedicata allo scandalo degli abusi sessuali compiuti da ecclesiastici.

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Il documento si conclude infine con l’invito a un “digiuno che ci procuri fame e sete di giustizia e ci spinga a camminare nella verita’ appoggiando tutte le mediazioni giudiziarie che siano necessarie. Un digiuno che ci scuota e ci porti a impegnarci nella verita’ e nella carita’ con tutti gli uomini di buona volonta’ e con la societa’ in generale per lottare contro qualsiasi tipo di abuso sessuale, di potere e di coscienza”. “La dimensione penitenziale di digiuno e preghiera – spiega Francesco – ci aiutera’ come Popolo di Dio a metterci davanti al Signore e ai nostri fratelli feriti, come peccatori che implorano il perdono e la grazia della vergogna e della conversione, e cosi’ a elaborare azioni che producano dinamismi in sintonia col Vangelo. Perche’ ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la freschezza originale del Vangelo spuntano nuove strade, metodi creativi, altre forme di espressione, segni piu’ eloquenti, parole cariche di rinnovato significato per il mondo attuale”.

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