L.elettorale, Renzi non dice no a Berlusconi. Ma il Pd fibrilla

L.elettorale, Renzi non dice no a Berlusconi. Ma il Pd fibrilla
23 maggio 2017

Alla vigilia del voto, domani, in commissione alla Camera del testo base sulla riforma della legge elettorale – ovvero il Rosatellum che sarà proposto dal nuovo relatore Pd Emanuele Fiano, la proposta che Silvio Berlusconi è pronto a far formalizzare entro venerdì come emendamenti (sistema proporzionale alla tedesca in cambio di elezioni anticipate) fa discutere e divide il Pd. Se infatti, come ha detto la sottosegretaria Maria Elena Boschi, il Pd deve fare i conti con il fatto che “i numeri per approvare da solo la legge elettorale non ce li ha”, la prospettiva di un patto con il leader azzurro non va giù a molti. Berlusconi, nella sua intervista-annuncio domenicale- aveva lanciato la sua proposta: “Patto sul sistema tedesco e si può votare in autunno”. Matteo Renzi, che ufficialmente non è intervenuto, non dice no, ma non si fida fino in fondo dell’ex cavaliere, riferisce chi ci ha parlato. E infatti la risposta, affidata al capogruppo Ettore Rosato, è molto cauta. “Il voto anticipato non è certo un tabù: può essere l’epilogo naturale di una legge fatta con attenzione, ma anche senza perdere più tempo, prima dell’estate”, ha detto il padre del “Rosatellum”, per il quale “il nostro sistema sarebbe migliore” e “quello tedesco va adattato”. “Il Pd è compatto sulla nostra proposta e lo sarà su tutte le soluzioni che porteranno ad avere presto una buona legge”.

Un fatto non scontato, quello dell’unità del partito. Perchè proporzionale vuol dire, molto probabilmente, grande coalizione dopo il voto e lo stesso Berlusconi lo dice chiaramente: “Partito democratico più Forza Italia: questa cosa è qualcosa a cui non credo si potrà sfuggire, se dovesse venire fuori una legge proporzionale”. Una prospettiva che fa fibrillare le diverse anime Dem. Se infatti il Rosatellum riusciva a tenere insieme tutto il Pd (compresa l’area orlandiana) lo stesso non si può dire per il sistema tedesco proposto da Berlusconi. Nella stessa maggioranza, se il vicesegretario Maurizio Martina apre ribadendo “massima disponibilità al confronto”, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio dà lo stop all’intesa con Forza Italia. “La legge elettorale non è una merce di scambio. Il Pd non chiede elezioni anticipate e quindi non c’è nessuno scambio da fare. Credo che dobbiamo concentrarci tutti insieme per dare al Paese una legge elettorale che consenta governabilità e centralità dei problemi del cittadino e non delle correnti dei partiti”. L’area di Andrea Orlando dice no al proporzionale e sostiene invece la proposta del Rosatellum. Anna Finocchiaro, ministra per i Rapporti con il Parlamento, liquida il dibattito sulla proposta di Berlusconi a “fibrillazioni di giornata” a cui guardare “con distacco”. “C’è – aggiunge – una proposta di testo base depositata in commissione, il dibattito fra le forze politiche è in corso ed è stata fissata una data per l`inizio della discussione nell’Aula della Camera. Questi sono i punti fermi e a questo mi atterrei”.

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Fibrillazioni che, comunque, richiedono un confronto interno, che si terrà già domani sera, quando si riunirà il gruppo Pd alla Camera. Comunque sia, spiega una fonte parlamentare Dem, la linea che viene dal Nazareno è di andare avanti con cautela, passo dopo passo. “Renzi è scettico – spiega la fonte – ha poca fiducia sulla capacità di Berlusconi di essere un interlocutore che porta fino in fondo i propri impegni. Certo non dice di no alla possibilità del voto anticipato, ma la reale volontà di Berlusconi è tutta da verificare. Intanto c’è il nostro testo base, c’è la disponibilità a valutare emendamenti sul quel testo, vediamo come andrà la discussione. Facciamo un passo per volta”. “Io – spiega un esponente renziano – scommetto sul Rosatellum, con alcuni correttivi, a partire da un abbassamento delle soglie di sbarramento, che potrebbero portare a votare sì anche i centristi”. Centristi che però oggi, di fronte alla possibilità di un asse Renzi-Berlusconi, alzano la voce. “Il Pd sembra che stia facendo alleanze fuori dalla maggioranza, quindi – ha ammonito il ministro degli Esteri Angelino Alfano – riteniamo di avere le mani libere sulla legge elettorale”. Tra gli altri partiti, il leghista Roberto Calderoli denuncia la nascita del “Patto del Nazareno 2” mentre per gli M5s Luigi Di Maio accusa: “Provano ad arginarci”. “Siamo disponibili a fare la legge elettorale con tutti quelli che vogliono starci, ma partiamo dall’unica legge elettorale costituzionale, che è quella venuta fuori dalla Consulta”. Quella legge “si può modificare insieme, ma bisogna partire da quell’impianto”.

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