L.Stabilita’, tagliola su emendamenti. Rischio caro-benzina

L.Stabilita’, tagliola su emendamenti. Rischio caro-benzina
11 novembre 2014

Stabilita’. Non hanno superato il vaglio delle ammissibilita’ ben 1.600 proposte sul totale delle 3.551 presentate. Nulla di fatto sugli emendamenti presentati dal Pd sulla tassazione separata del Tfr, stoppati per assenza di copertura, e al nuovo tentativo di Ncd e Pd di stanziare 100 milioni per gli Lsu di Napoli e Palermo, bloccato per estraneita’ di materia. Intanto, l’Unione petrolifera fa i conti sul possibile aumento della benzina nel caso dovesse scattare la “clausola di salvaguardia” sull’innalzamento delle accise: nel solo 2015 le imposte sui carburanti potrebbero aumentare di quasi 8 cent al litro. Sul tavolo della commissione Bilancio restano circa 1.950 emendamenti che domani saranno ulteriormente scremati da ciascun gruppo che dovra’ presentare il pacchetto dei propri segnalati. L’obiettivo e’ quello di arrivare a lavorare su 500-600 proposte sui temi piu’ sensibili: dalla tassazione dei fondi pensione e del Tfr al calcolo dei minimi per le partite Iva, dai tagli agli enti locali agli sgravi sul cuneo fiscale, agli incentivi per i neoassunti al rafforzamento del bonus bebe’ per le famiglie meno abbienti. La cosiddetta “local tax” e’ ancora in bilico, in quanto, fanno notare fonti governative “ci sono dei problemi tecnici. Si sta lavorando ma non e’ sicuro che si riuscira’ a inserirla in legge di Stabilita’”. Le stesse fonti confermano che il tema della deducibilita’ dell’Imu per i capannoni e’ sul tavolo ma l’aumento (attualmente al 20%) ha dei costi esorbitanti: ben 20 milioni ogni punto percentuale.

Tornando alla “clausola di salvaguardia”, il ddl Stabilita’ fa scattare l’aumento delle accise sulla benzina nel caso del mancato via libera di Bruxelles all’estensione del meccanismo del “reverse charge” (l’inversione contabile dell’Iva che punta a ridurre l’evasione fiscale dell’imposta) ai settori delle costruzioni, pulizia, certificati contabili e gas e allo “split payment” generalizzato sugli acquisti della P.A. gravati da Iva. Con l’emendamento del governo che si e’ reso necessario per riallineare gli obiettivi di finanza pubblica alle richieste di Bruxelles, l’applicazione del “reverse charge” viene estesa anche alla grande distribuzione. La misura dovrebbe portare dal 2015 alle casse dell’Erario un maggior gettito Iva di 728 milioni (si passa dai 988 milioni inizialmente previsti a 1,7 miliardi di euro) e anche in questo caso la norma e’ subordinata al rilascio di una deroga da parte della Ue, senza la quale scatta entro il 30 giugno l’innalzamento delle aliquote dell’accisa su benzina e carburanti. In pratica, ha lamentato l’Up, “nel 2015 gli automobilisti italiani si troverebbero con un aggravio fiscale di quasi 2,4 miliardi di euro, senza tenere conto degli ulteriori aumenti gia’ previsti per gli anni successivi, che darebbe il colpo di grazia ad ogni ipotesi di ripresa dei consumi”.

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